Di sicuro pochi sanno oggi soprattutto tra i più giovani chi era Rosario Bentivegna, il medico romano di novant’anni che è morto all’improvviso nella capitale, dopo una lunga vita nella quale polemiche infinite lo avevano accompagnato per quell’azione partigiana di cui era stato protagonista il 23 marzo 1944 nella Roma, occupata dalle truppe naziste e dai fascisti loro alleati. Bentivegna che era nato a Roma il 22 giugno 1922, era un combattente dei GAP, i gruppi di azione partigiani che nella capitale occupata compivano azioni audaci contro gli occupanti, su ordine del Comitato di Liberazione Nazionale. In particolare fu Giorgio Amendola, rappresentante del PCI nella giunta del CLN, a ideare l’azione e ad ordinarla al Gap di cui faceva parte Benntivegna. L’obbiettivo dell’azione che, nel primo pomeriggio del 23 marzo, si tradusse nell’attacco all’undicesima compagnia del III Battaglione del Reggimento di poliziotti sudtirolesi di Bolzano, arruolati nel Sud Tirolo dalla polizia tedesca il 1 ottobre 1943, consistette nell’esplosione di una bomba al passaggio dei soldati in via Rasella provocando la morte di 32 militari e il ferimento di altri 110, oltre a due vittime civili. Dei feriti, uno morì poco dopo il ricovero mentre nei giorni seguenti altri nove militari persero la vita, portando a 42 il totale dei caduti.
Ma la rappresaglia nazista, immediatamente decisa dopo l’attacco calcolò l’uccisione di 33 vittime tedesche a cui dovevano corrispondere 320 nemici. E di lì nacque, su ordine del Comando Supremo nazista e di Herbert Kappler, ufficiale delle SS, capo della Gestapo a Roma delle SS e responsabile dell’ordine pubblico nella capitale, l’atroce eccidio delle Fosse Ardeatine in cui vennero uccise 335 vittime rastrellate in fretta e disordinatamente nelle prigioni romane. I processi seguiti fino all’ultima sentenza della Cassazione nel 2009 hanno riconosciuto che l’azione era stata una “legittima attività di guerra” ma questo non ha impedito polemiche aspre e continue per l’attentato di cui Bentivegna era stato protagonista. Di questi tempi è importante ricordare un personaggio capace di rischiare la vita per i suoi ideali.
Pubblicato su Il Fatto Quotidiano