Va in scena sabato 13 aprile alle ore 21.15 nel Nuovo Teatro Pacini di Fucecchio lo spettacolo in prima nazionale L’Eccidio (stagione Sipario Blu) prodotto dal Teatrino dei Fondi di Riccardo Cardellicchio, adattamento teatrale di Andrea Mancini. Con Alberto Ierardi, Marta Paganelli e Giorgio Vierda. Regia Enrico Falaschi. Disegno dal vivo Alessio Trillini. Scenografie Angelo Italiano, Marco Sacchetti, luce Nicolas Baggi, costumi Chiara Fontanella. Sono trascorsi 75 anni dall’eccidio del padule che ha lasciato un segno indelebile nella vita e nella memoria dell’intera comunità di Fucecchio, Monsummano Terme, Larciano, Ponte Buggianese, Cerreto Guidi. L’eccidio del Padule rappresenta una pagina nerissima della storia italiana e della provincia di Firenze e Pistoia in particolare. Una barbarie inaudita compiuta dall’esercito nazista, ovvero da quello stesso esercito al fianco del quale il nostro paese era sceso in guerra per il dominio e per la supremazia della razza.
Una pagina universale che può interessare qualsiasi uomo condanni la violenza e il Nazismo. Un ritratto di una guerra che non risparmia nessuno e coinvolge tutti. Sul punto di ritirarsi l’esercito nazista, nell’estate 1944, il 23 agosto, tra le prime luci dell’alba e metà mattinata, uccise con artiglieria pesante 174 persone, famiglie, donne, anziani e bambini. Gente civile, innocente, contadini che lavoravano o vivevano nel Padule o che vi avevano cercato rifugio dai rastrellamenti tedeschi, riparandosi in quella valle, apparentemente sicura per la sua posizione lontana dalle vie principali e dai centri abitati. Il crimine fu compiuto dai nazisti anche grazie all’aiuto di collaborazionisti italiani, fascisti del territorio. La sera stessa, mentre le famiglie si disperavano per la morte dei propri cari, i nazisti festeggiarono i bombardamenti con brindisi “Vittoria. Partigiani Kaput!”, ma la storia ha confermato che di partigiani non ve ne erano. L’eccidio del Padule è rimasto a lungo affidato alla memoria di pochi e cosparso di imprecisioni, nel 1972 e ’73 il giornalista Riccardo Cardellicchio e il fotografo Marco Matteoli hanno percorso a lungo il tragitto dell’episodio e raccolto testimonianze, reperito documenti che hanno dato luce alla prima ricostruzione nella pubblicazione L’estate del ’44 edita nel 1974 da Libreria Fiorentina.
Un libro redatto basandosi sulla raccolta di testimonianze dirette, una pietra miliare della ricerca storica, che delinea in modo abbastanza fedele la realtà. Solo nel 1994, infatti, essendo trascorsi 50 anni, sono stati desecretati gli archivi tedeschi e si è potuto accedere alla documentazione, rimasta a lungo inconsultabile, relativa all’eccidio. Il testo L’eccidio di Riccardo Cardellicchio con l’adattamento di Andrea Mancini (studioso, una carriera come docente universitario, regista e drammaturgo) è stato pubblicato dalla Titivillus Mostre Editoria nel luglio del 1994, come primo numero della collana dedicata alla drammaturgia “lo Spirito del Teatro” e in occasione del debutto dello spettacolo, sarà ristampata una nuova edizione. Lo spettacolo è una commemorazione di un momento di grande dolore, un’orazione a tre voci affidata a personaggi universali: il narratore (Alberto Ierardi), il poeta (Giorgio Vierda), la donna (Marta Paganelli). Le tre figure ripercorrono i tratti salienti dell’episodio, tratteggiano e danno voce alle storie dei protagonisti dell’eccidio, persone impietrite dalla paura e al tempo stesso rese forti dal coraggio. Il regista Enrico Falaschi: «Oggi, tre quarti di secolo dopo l’Eccidio, crediamo sia ancora più importante rinnovare l’impegno nel conservare e diffondere la memoria di quei tragici fatti del passato. Memoria che certamente può essere, per giovani e meno giovani, un prezioso strumento nel tentativo di interpretare e soppesare quello che sta accadendo nel nostro presente. Per farlo la compagnia del Teatrino dei Fondi ha scelto di cimentarsi con un’opera già conosciuta, quale L’Eccidio di Riccardo Cardellicchio di cui nel 2019 ricorrono anche i 25 anni dalla pubblicazione»