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Quelle targhe che non ci sono

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Camminando per le strade delle nostre città può capitare di imbattersi in targhe che ricordano i molti caduti di quel sanguinoso conflitto sociale, politico e generazionale che si è prodotto in Italia negli anni ’70. Ma quelle targhe non raccontano quella storia per intero, perché mancano i morti “dall’altra parte”, quelli di cui nessuno parla. Eppure anche loro prima di morire, quasi tutti giovanissimi, sono esistiti.

L’unica pubblicazione che li ha ricordati è “Gli sguardi ritrovati” della cooperativa Sensibili alle foglie nella collana Progetto memoria di cui faceva parte anche un testo che si intitolava “La mappa perduta”. Proviamo a comporre la mappa perduta di quegli sguardi ritrovati, andando nei luoghi delle targhe che non ci sono, cominciando dalla Lombardia.

A Segrate, sotto un traliccio in località Cascina Nuova di Luigi Stringhetti, il 14 marzo del 1972 perde la vita l’editore Giangiacomo Feltrinelli e quattro anni dopo, 15 dicembre 1976, a Sesto San Giovanni, nel cortile di una casa popolare di via Leopardi, il 18enne Walter Alasia. Fuori da un’armeria di Tradate, il 19 luglio del 1977, muore Romano Tognini e il 9 giugno dell’anno dopo, a Lissone, in piazza della Libertà, dove ai tempi c’era la Banca Nazionale dell’agricoltura, Francesco Giurì, 24 anni. Al Parco Lambro, il 27 giugno 1979, muore Luigi Mascagni (24), il 7 febbraio dell’anno dopo, in via Magliocco, William Waccher (25) e l’11 dicembre in via Varesina, fuori dalla bocciofila Cagnola, oggi completamente fatiscente, perdono la vita sotto una gragnuola di proiettili Walter Pezzoli (23) e Roberto Serafini (26). Due anni dopo, 23 luglio 1982, fuori dal Bar Rachelli di via Plinio muore Stefano Ferrari (27), il 13 novembre in via Terenchi a Cinisello Balsamo (MI) Maurizio Biscaro (23) e il 17 dicembre del 1983 in via San Gimignano Gaetano Sava (29).

Spostiamoci in Piemonte, dove alla Cascina Spiotta di Arzello (AL) il 5 giugno del 1975 viene uccisa Margherita Cagol e quindi a Torino dove due anni dopo muoiono, il 4 agosto in via Capua Alfredo Di Napoli (24) e Aldo Marin Pinones (25) e il 30 ottobre in Corso Toscana Rocco Sardone (22). Sempre a Torino, in un bar di via Stampalia, il 28 febbraio del 1979 vengono uccisi  Barbara Azzaroni e Matteo Caggegi (20) e il 14 dicembre a Rivoli (TO) Roberto Pautasso (21).

A Genova, in un appartamento di via Fracchia 12, il 28 marzo del 1980 si compie la strage di quattro brigatisti: Lorenzo Betassa (27), Piero Panciarelli (24), Riccardo Dura (29) e Annamaria Ludman e sempre a Genova, per evitare l’arresto, il 19 aprile si suicida nella sua casa di via Palestro l’avvocato Edoardo Arnaldi, come aveva fatto il 24 ottobre dell’anno Francesco Berardi (30) nel carcere di Cuneo e come faranno il 29 luglio Marino Pallotto (23) nel carcere di Velletri, il 20 dicembre Alberto Buonoconto (27) a Napoli, il 10 giugno del 1982 Rocco Polimeni (28) a Milano, l’1 maggio 1987 Mario Scrocca (28) nel carcere di Rebibbia, il 17 luglio 1988 Dario Bertagna (38) nel carcere di Busto Arsizio e il 25 gennaio 1989 Paolo Sivieri (35) a Castelmassa (Rovigo).

A Thiene (VI), l’11 aprile 1979, in un appartamento di via Vittorio Veneto, muoiono Maria Antonietta Berna, Angelo Del Santo (24 anni) e Alberto Graziani (25), mentre un quarto ragazzo, Lorenzo Bortoli (25) si suiciderà due mesi dopo nel carcere di Verona, come già aveva fatto il 9 dicembre del 1974 Bruno Valli (26) nel carcere di Modena, e il 9 marzo 1985, in via Giulia a Trieste, viene ucciso Pietro Greco (38).

A Bologna in via Beverara il 4 maggio del 1978 muore Roberto Rigobello (23) nello stesso modo in cui muore sei anni dopo, 14 dicembre 1984, in viale Mazzini, Laura Bartolini.

A Pisa sul Lungarno Gambacorta il 5 febbraio del 1972 viene ucciso Franco Serantini (20), nello stesso luogo dove tre anni prima, 27 ottobre 1969, era stato ucciso Cesare Pardini (22). Nella piazza Alberti di Firenze, dove un tempo c’era una filiale della locale Cassa di Risparmio, il 29 ottobre 1974 perdono la vita Luca Mantini (28) e Giuseppe Romeo (20), nei pressi di Monterone di Siena muore il 21 gennaio 1982 Lucio Di Giacomo (24) e quattro mesi dopo, 24 maggio a Vecchiano di Pistoia, Umberto Catabiani (32).

A Roma l’8 luglio del 1975, mentre sta facendo rientro in un appartamento di via Dei Ponti nella zona di Tor di Quinto, viene uccisa Anna Maria Mantini, sorella di quel Luca morto l’anno prima a Firenze. Sempre a Roma l’anno dopo, 14 dicembre 1976, in via Bennicelli 32 a Monteverde, muore Martino Zichittella, l’anno dopo ancora, 1 luglio del 1977, davanti alla scalinata di San Pietro in vincoli, Antonio Lo Muscio (27 anni) e l’8 novembre del 1978 a Patrica (FR) Roberto Capone (24). Il 14 dicembre 1984 muore in viale Marconi Antonio Giustini (28) e il 21 febbraio 1986 in via della Farnesina Wilma Monaco.

A Napoli, in un appartamento di via Consalvo 109, l’11 marzo del 1975 muore il 25enne Vitaliano Principe e meno di due mesi dopo, 30 maggio, sul tetto del manicomio criminale di Aversa (CE), il 22enne Giovanni Taras. A San Janna Bassa (NU) il 16 dicembre 1979 vengono uccisi Francesco Masala e Giovanni Bitti e a Cividella Afadena (AQ), il 13 novembre 1980, Arnaldo Geronio (34) e Claudio Pallone (26).

Infine ci sono quelli morti in carcere, alcuni uccisi da altri detenuti perché sospettati di delazione, altri lasciati senza cure adeguate, come Mauro Larghi, 26 dicembre 1977, e Fabrizio Pelli, 8 agosto 1977, a Milano, Salvatore Cinieri, 27 settembre 1979, e Pasquale Viale, 19 giugno 1980, a Torino, Ugo Bettazzi, 2 luglio 1980, e Giorgio Soldati, 10 dicembre 1981, a Cuneo, Gianfranco Faina, 11 febbraio 1981 (appena scarcerato) a Pontremoli (MS), Ennio Di Rocco, 27 luglio 1982, a Trani e Manfredi De Stefano, 6 aprile 1984, a Udine.
Sempre in carcere moriranno negli anni successivi anche Nicola Giancola, 22 gennaio 1992, Carlo Pulcini, 22 marzo 1992, Claudio Carbone, 30 luglio 1993, Alessandra D’Agostini, agosto 1994, Germano Maccari, 23 agosto 2003 e Piero Vanzi, 5 agosto 2003, perché, come dirà il professor Alberto Magnaghi, ai tempi vittima del celebre blitz del 7 aprile, “la galera uccide”, ricordando le morti premature dei compagni Luciano Ferrari Bravo, Augusto Finzi, Guido Bianchini, Franco Tommei, Emilio Vesce, Sandro Serafini, Giorgio Raiteri, Paolo Pozzi, Gianmario Baietta, Giovanbattista Marongiu e Antonio Liverani.

Tutte queste persone non vengono mai menzionate ogni qual volta si ricordano le tante vittime degli “anni di piombo”. Loro sono quelli delle targhe che non ci sono.


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