Due prigionieri sono stati impiccati in Giappone, ha riportato l’agenzia Kyodo News, citando il ministro della Giustizia Makoto Tai.
Queste ultime impiccagioni portato a sette il numero di condannati a morte giustiziati durante il mandato del primo ministro Yoshihiko Noda. Gli impiccati sono stati identificati come Sachiko Eto, 65 anni, una guaritrice condannata in relazione agli omicidi di sei seguaci (quattro dei quali dal 1994 al 1995), e Yukinori Matsuda, 39 anni, riconosciuto colpevole di aver derubato e ucciso due persone nel 2003. Eto è la quarta donna giustiziata in Giappone dal 1950, precisa il Ministero della Giustizia. L’impiccagione di Eto ha avuto luogo nel Centro di Detenzione di Sendai, nel nordest del Giappone, mentre Matsuda è stato giustiziato nel Centro di Detenzione di Fukuoka, nell’ovest del Paese. Il mese scorso, quando altri due prigionieri furono impiccati, Amnesty International ha condannato le esecuzioni. Altri tre sono stati messi a morte a marzo. “Dopo non aver effettuato esecuzioni nel 2011, il Giappone ha giustiziato cinque persone quest’anno riportandosi nella minoranza di paesi che nel mondo utilizzano ancora la pena di morte”, affermò Roseanne Rife, responsabile progetti speciali di AI. Rife ha detto che la leadership del Giappone “ha scelto di nascondersi dietro l’opinione pubblica, piuttosto che dare l’esempio e adoperarsi per l’abolizione di questa punizione crudele, inumana e degradante”.
Il quotidiano britannico The Guardian, nel segnalare le esecuzioni di marzo, ha scritto che nessuna delle 132 persone nel braccio della morte del Giappone è stata impiccata nel 2011, il primo caso del genere in 19 anni in cui nessun detenuto è stato impiccato.
Secondo il Guardian, il Giappone è uno dei 58 paesi tra cui Stati Uniti, Cina e Iran, dove è consentita la pena capitale, mentre più di 140 paesi, tra cui tutti i membri dell’Unione Europea, hanno abolito la pena di morte. (Fonti: UPI, 27/09/2012)
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