I sindaci della provincia di Prato scrivono al prefetto e al questore per chiedere di non autorizzare la manifestazione nazionale di Forza Nuova prevista per il 23 marzo. E’ quanto evidenziato in una nota. La lettera è rivolta agli organi territoriali che, si legge nel testo, devono “farsi garanti” affinché “la legittima affermazione delle proprie idee politiche non si manifesti attraverso iniziative contrarie alla Costituzione italiana, alle leggi e alla Repubblica”. I primi cittadini, in particolare, chiedono che il corteo “sia spostato ad altra data, se è vero come sostenuto dagli organizzatori, che l’evento è fatto per altri motivi e non per celebrare il triste anniversario dei cento anni dall’atto di nascita del partito fascista”.
“La manifestazione – prosegue la lettera – è del tutto contraria ai dettami fondamentali della Costituzione, nata dalla Resistenza e ispirata ai principi di libertà, democrazia e giustizia. Riteniamo che tale evento, altresì, si ponga in contrapposizione alla cosiddetta Legge Scelba, che introduce il reato di apologia di fascismo, e alla Legge Mancino, che punisce chi diffonde idee fondate sull’odio razziale o etnico”. Viene ricordato, inoltre, che il raduno di Forza Nuova arriverebbe nella città “medaglia di argento al valore militare per il coraggio dimostrato dai suoi cittadini nel respingere le truppe occupanti”: un “oltraggio” secondo i sindaci, portato avanti nel ricordo di un “movimento dichiarato fuori legge, che ha trascinato l’Italia verso le leggi razziali, una vergogna per la storia di questo Paese, e il dramma della Seconda guerra mondiale”. “La comunità pratese – vanno avanti – sarà, sempre, accogliente, solidale e aperta all’integrazione. E’ inaccettabile che possano svolgersi sul nostro territorio eventi che si richiamano all’odio, all’intolleranza e alla violenza”. Per questo “sostengono in modo convinto la netta opposizione del sindaco Matteo Biffoni alla manifestazione e chiedono formalmente che l’evento venga non autorizzato”.
Il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, torna a chiedere di vietare la manifestazione del prossimo 23 marzo di Forza Nuova. Lo fa alla riunione del tavolo del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, nel corso del quale solleva anche un problema di ordine pubblico. La prefettura deciderà nei prossimi giorni. “Sono fortemente preoccupato per la sicurezza della città dal momento che si tratta di una manifestazione nazionale che probabilmente vedrà anche contromanifestazioni – chiarisce il sindaco-. Purtroppo sappiamo bene come queste situazioni siano a rischio di infiltrazioni da parte di delinquenti, con mandanti politici, che approfittano di tali eventi per distruggere interi centri. Lo abbiamo visto purtroppo accadere ad altre città, come Milano, non vogliamo che accada a Prato”. Resta ferma per Biffoni, ad ogni modo, una questione di legittimità costituzionale dell’iniziativa: “Si tratta di un corteo celebrativo per i cento anni del fascismo, come pubblicizzato dalla stessa Forza Nuova, che a mio parere viola la legge”. Un tema che si lega, inevitabilmente, alla possibile ricaduta di immagine per la città, proprio nei giorni in cui si svolgerà il festival dell’economia circolare sul quale l’amministrazione scommette molto: “Nei giorni in cui Prato mostra al mondo la sua capacità di unire la creatività della manifattura tessile all’innovazione e l’ambiente, la città merita grande serenità e non una manifestazione dai toni violenti che inneggiano all’odio”. Tanto più a seguito dell’aggressione da parte di militanti di Forza nuova di un centro antiviolenza sulle donne a Parma: “Da oggi abbiamo un motivo in più per non volere a Prato la manifestazione – puntualizza – . Ai volontari e agli operatori del centro di Parma va tutta la nostra solidarietà”.
“La Costituzione e le leggi italiane sono molto chiare, la manifestazione organizzata a Prato per la celebrazione dei 100 anni del fascismo deve essere vietata. Non vedo altre possibilità a meno che non si voglia calpestare la nostra Carta fondamentale. Al sindaco Biffoni va tutto il mio sostegno”. Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, solidarizza con il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, che sta chiedendo da alcuni giorni di vietare la manifestazione del 23 marzo organizzata da Forza Nuova. “Al tempo stesso – aggiunge Rossi – invito tutte le forze democratiche e tutti i cittadini a sostenere la sacrosanta richiesta del primo cittadino di Prato. Non è tollerabile che nel 2019 ci sia ancora qualcuno che si richiami al fascismo”. La Toscana, rimarca, “è una regione che ha patito più di altre le atrocità commesse dal regime mussoliniano e dai nazisti suoi alleati: permettere che sia teatro di una manifestazione di questo tipo sarebbe un indegno sfregio alla nostra storia”. Al pari della Germania, avvisa, “anche l’Italia dovrebbe fare una volta per tutte i conti con il suo passato. E in questa ottica sarebbe necessario vietare l’uso e la diffusione di tutti i simboli legati al fascismo e sciogliere quelle organizzazioni e quei gruppi che si richiamano a quella tragica ideologia”