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Tav. È scontro Lega-M5S. Salvini: Vado fino in fondo. Di Maio: sei un irresponsabile

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E Conte in conferenza stampa aveva escluso ogni crisi. Ma lunedì scadono i bandi Telt e nulla è deciso

Di Pino Salerno

Il fulmine giunge a tarda sera di giovedì, mentre è ancora in corso l’assemblea dei parlamentari 5Stelle con all’ordine del giorno la posizione sulla Tav. L’equilibrio, faticosamente cercato la scorsa notte, ma evidentemente poco sostenibile, lo rompe il vicepremier  Matteo Salvini: “Io sulla Tav vado fino in fondo. Vediamo chi ha la testa più dura”. Luigi Di Maio: “Salvini viola il contratto di governo e minaccia la crisi? E’ da irresponsabile”. Lo scambio più duro mai consumato tra i contraenti del governo di Giuseppe Conte va di scena sulla Tav. Le posizioni di Lega ed M5s restano le stesse anche dopo il vertice fiume delle vigilia. Nel pomeriggio Conte convoca i giornalisti per esprimere per la prima volta la sua personale contrarietà. Il premier conferma lo stallo con i due azionisti della maggioranza che rimangono delle stesse posizioni: favorevole la Lega, contrario il M5s. Sulla maggioranza di governo pesa la scure dei bandi Telt in scadenza lunedì. Gelo al Consiglio supremo di difesa, al Colle, dove arrivano il premier e i ministri. Poi il capo politico del M5s riunisce la congiunta dei parlamentari. La linea che Di Maio ribadisce è quella a favore della sospensione dei bandi. Il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli arriva a dire: “Se c’è la Tav non c’è il governo”. Salvini ha in programma la partecipazione alla prima puntata del nuovo programma di Paolo Del Debbio su Retequattro, dove il segretario leghista si sfoga. E’ disposto a provocare la crisi di governo sulla Tav? “Se qualcuno mi dice che non servono i treni, anch’io vado fino in fondo”, scandisce. “Non sono per carattere, educazione e rispetto politico uno che è disposto a fare il ministro spostandosi di qua e là a secondo della convenienze e dei sondaggi. A meno che i ‘no’ diventino troppi, conto di continuare a fare il ministro con questa formazione, coi ‘no’ non si va da nessuna parte”, aggiunge il vicepremier leghista. Durissima la reazione di Di Maio, tramite nota. “Abbiamo solo chiesto la sospensione dei bandi per un’opera vecchia di 20 anni, lo abbiamo chiesto perché previsto dal contratto siglato tra M5s e Lega – dice -. E cosa fa Salvini? Oltre a forzare una violazione del contratto minaccia pure di far cadere il governo? Se ne assuma le responsabilità di fronte a milioni di italiani. Io questo lo considero un comportamento irresponsabile, proprio mentre siamo in chiusura su due misure fondamentali come il reddito di cittadinanza e quota 100. Dovrà spiegare il suo comportamento anche ai truffati dalle banche”

In serata era anche giunta una nota del ministro dei Trasporti francese Elisabeth Borne in cui si sosteneva che la Francia è “convinta della rilevanza” del collegamento ferroviario Lione-Torino, replicando alle dichiarazioni del primo ministro italiano Giuseppe Conte. “La Francia ribadisce il suo impegno a rispettare gli impegni presi e i tempi per la realizzazione del progetto”, aveva aggiunto il ministro in una dichiarazione, ricordando che il progetto Lione-Torino è stato oggetto di “un trattato bilaterale ratificato nel 2017″ e ha beneficiato di un finanziamento europeo del 40%”. La Francia ha sempre “rispettato l’auspicio del governo italiano di una riflessione” sul progetto Tav ed è “aperta a una discussione fra partner”. Nel comunicato si proponeva, appunto, il “lancio di bandi per il proseguimento dei cantieri”, “consentendo di rispettare il tempo di riflessione auspicato dall’Italia pur preservando i finanziamenti europei”.

La conferenza stampa del presidente Conte “Nessuna crisi di governo sulla Tav”

Il premier giuseppe Conte aveva escluso che la situazione potesse precipitare visto lo stallo sull’Alta velocità Torino-Lione e le posizioni molto distanti tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il premier si presenta in sala stampa di palazzo Chigi senza lasciar trasparire alcuna incertezza: “Continuo a pensare che non ci siano rischi per il governo anche perché il clima del confronto era sereno e franco”, ha garantito pur non nascondendo le difficoltà sulla Tav, ma allo stesso tempo assicurando che tra Di Maio e Salvini non vi è stato alcuno scontro nel vertice notturno di ieri. “Siamo in uno stallo anche sui bandi, scioglieremo la riserva entro lunedì”, ha aggiunto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio spiega che si stanno “sviscerando i bandi anche da un punto di vista legale”. E sul vertice, ha detto: “Abbiamo due sensibilità differenti ma ieri non abbiamo litigato” assicura il premier. Al tavolo di ieri sera a palazzo Chigi “io stesso ho manifestato – senza alcun pregiudizio ideologico o emotivo – forti dubbi e perplessità sulla convenienza di questa opera infrastrutturale. Personalmente non sono affatto convinto che questo progetto sia quello di cui l’Italia ha bisogno”. Di fatto, “al tavolo di ieri si sono confrontati diversi orientamenti politici che rimangono contrapposti”, ma, spiega, “il confronto è stato equilibrato e sereno. Questo crea oggettivamente uno stallo, rispetto a queste posizioni ma non permetterò che ideologicamente si affermi o l’una o l’altra”.  “Dobbiamo ora proseguire alla luce di ciò che è emerso, mi prendo tutta la responsabilità. Alla luce dei forti dubbi credo che sia d’obbligo procedere a una interlocuzione con i partner di questo progetto – Francia e Ue – per condividere questi dubbi”.

Conte: “i rilievi negativi superano gli impatti positivi”

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha poi affermato che sulla Tav i rilievi negativi “superano gli impatti positivi”. In conferenza stampa a palazzo Chigi il premier ha detto di aver analizzato a fondo l’analisi costi-benefici, anche con l’ausilio di un suo tecnico, oltre a quelli convocati da M5s e Lega, per sottoporre l’elaborato “ad una sorta di stress test durato molte ore” che gli ha fatto riconsiderare la necessita’ di procedere con l’infrastruttura. Tra i dati a sfavore Conte ha menzionato, i flussi di trasporto, “di molto inferiori rispetto a precedenti analisi costi-benefici”, l’obsolescenza dell’opera per quando sarà terminata, il 2030 “è una chimera”, ha ironizzato il premier. E ancora le perplessità sul “cambio modale” che “risulta modesto” perché, ha puntualizzato, “l’imprenditore che trasporta le merci deve portarle ad una stazione di partenza e ritirarle ad una stazione di arrivo con i Tir”. Tra gli svantaggi economici il capo del governo ha menzionato “l’iniqua ripartizione” del “criterio di finanziamento” con un onere eccessivo per l’Italia, “un discorso da approfondire con i partner”, ha concluso.

Conte replica imbarazzato all’unica domanda possibile di una giornalista: lunedì scadono i bandi Telt, voi che fate? Berlusconi gongola, e Zingaretti dice che il governo sa solo gestire il potere

Rivolto ad una giornalista che gli ha posto l’unica domanda possibile dopo tanto parlare di nulla, ovvero perché il governo non abbia ancora deciso sulla Tav nonostante la scadenza di lunedì dei bandi Telt, Conte ha replicato scuro in volto, imbarazzato e poi evasivo: “Lei deve stare tranquilla per la nostra affidabilità, mi guardi negli occhi, la credibilità di un sistema la si misura non se dice sì comunque a chiunque ma se si porta sul tavolo delle argomentazioni. Noi le stiamo portando. L’analisi costi-benefici ha richiesto del tempo, è un eleborato molto complesso. Ci sono dei tempi di maturazione per una decisione del genere”, ha aggiunto. “Io assumo come grande senso di responsabilità il fatto che ci si confronti. Escludo assolutamente che possa nascere da questo confronto una crisi di governo”, ha aggiunto il premier. Per Berlusconi, però, un’alternativa al governo Conte c’è: “Un governo di centrodestra. Siamo pronti a sostenere Salvini premier”. Soluzione che incasserebbe anche i voti di diversi pentastellati: “Mi risulta che siano molti in Parlamento, anche fra i Cinque stelle, ad essere disponibili, per convenienza, per calcolo o per senso di responsabilità, a sostenere un nuovo governo senza passare per nuove elezioni”. Il neo segretario del Pd, Nicola Zingaretti, al contrario, non vede una crisi di governo all’orizzonte, ma solo perché c’è la “paura dell’esecutivo di dover certificare un fallimento”, la “maggioranza sta insieme solo sulla gestione del potere”. Per il leader dem “il governo italiano è diviso su tutto. Il contratto di governo è carta straccia ed è fallito. L’unica cosa che non porta a una crisi è la paura di certificare questo fallimento”. Insomma, ha aggiunto Zingaretti, “abbiamo Consigli dei ministri che si convocano e sconvocano per dubbi amletici sulla Tav, perché non vogliono affrontare il nodo. Il governo è nel tunnel della sua crisi, stiamo assistendo a qualcosa di molto grave, una maggioranza che si tiene insieme solo sulla gestione del potere”.

De Petris, LeU: “Conte non è riuscito ad ammettere che la Tav va cancellata”

Da sinistra, è Loredana De Petris che replica al presidente Conte. “Il presidente del Consiglio ha esposto chiaramente i motivi per cui la Tav è un’opera inutile, dannosa e follemente costosa, riconoscendo che quanto sostiene da anni il movimento no Tav è del tutto giusto e fondato”. Pertanto, prosegue De Petris, “sarebbe di conseguenza doveroso trarre le conseguenze di questa analisi e assumersi la responsabilità di bloccare un’opera, il cui bilancio non potrà che diventare col tempo, come lo stesso Conte ha fatto capire,sempre più negativo. Invece il premier, dopo aver spiegato perché quell’opera dovrebbe essere fermata una volta per tutte, cerca di nuovo una scappatoia evitando di dire una parola chiara e definitiva. E’ ora che questa farsa finisca. Sulla base di quanto autorevolmente affermato da Giuseppe Conte, il progetto Tav deve essere immediatamente cancellato”.

Da jobsnews


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