L’informazione sorgente di democrazia, faro per illuminare le zone d’ombra per contrastare l’insediamento del malaffare e porsi a servizio dei cittadini che lavorano onestamente. L’informazione che, con la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) e il Sindacato dei giornalisti del Veneto (Sgv) sarà convintamente in piazza a Padova insieme a Libera (che unisce circa 1.600 associazioni in Italia) il prossimo 21 marzo per la Giornata nazionale della memoria delle vittime delle mafie, con Articolo 21 e Avviso Pubblico che pure si uniranno a tante altre realtà. E proprio da Padova, ieri, davanti alla platea piena della sala Impastato di Banca Etica, è partito da queste organizzazioni un chiaro appello alla partecipazione attiva (il 21 marzo e non solo), come metodo per isolare e spuntare le armi a chi mette nel mirino il lavoro giornalistico, bene comune vitale come l’acqua per la democrazia, avvelenando i pozzi con minacce malavitose ai cronisti, intimidatorie querele bavaglio, precarietà contrattuale e di reddito. Lo ha detto con chiarezza Monica Andolfatto, segretaria Sgv che, come cronista di nera del Gazzettino, è stata oggetto di minacce camorriste da parte di malavitosi, infiltrati e radicati nel Veneto Orientale, che avevano pensato di intimidirla con alcuni colpi di pistola, come descritto dalle carte delle indagini della direzione distrettuale antimafia (Dda) di Venezia che hanno portato a ben 50 misure di custodia cautelare, tra cui una a carico del sindaco di Eraclea. “Non ci sono solo le armi della camorra – dice Andolfatto – in questo contesto pesano, e molto, querele bavaglio e precariato. E’ importante un’alleanza tra i cittadini per promuovere la libera informazione, perché nessuno è al di sopra della legge e una comunità informata ha, non solo, gli strumenti per scegliere consapevolmente, ma matura gli anticorpi per difendersi dalle infiltrazioni nella società e nel mondo economico”. Ragionamento condiviso e rafforzato da don Luigi Ciotti che invita a rivolgere gli occhi sulle aree grigie. “I pericoli spesso si annidano sul confine tra legalità e illegalità – osserva il presidente e fondatore di Libera – occupare e vivere insieme gli spazi pubblici è un modo per ostacolare queste attività. Non dobbiamo avere paura di scendere in piazza e muoverci, non per semplice solidarietà ma per essere corresponsabili verso le nostre comunità”. Comunità in cui un ruolo importante lo hanno le amministrazioni territoriali, 470 delle quali si sono associate in Avviso Pubblico, per promuovere buone pratiche di governo e formazione continua per prevenire che i tentacoli della criminalità organizzata si allunghino sugli enti locali. “La maggioranza degli amministratori locali dice no alle mafie – sottolinea il coordinatore nazionale, Pierpaolo Romani – il 5 aprile presenteremo l’ottavo rapporto sugli amministratori sotto tiro. Parlare dell’informazione ci aiuta a sostenere il lavoro di trasparenza che noi supportiamo con la formazione, con cui cerchiamo di spiegare come si presentano le mafie al Nord e come difendersi”. Un’azione che deve essere di tutte le persone perbene, come sottolineato da Giuseppe Giulietti. “Saremo in piazza con Libera per ribadire che nessuno deve essere lasciato solo – spiega il presidente della Fnsi – per dire che noi tutti siamo con Monica Andolfatto e con tutti i cronisti minacciati, così come siamo al fianco di chiunque possa essere oggetto di minaccia perché indaga su mafie e corruzione, fenomeni che temono la luce dell’informazione. Tacere significa mettere in pericolo la propria comunità. Chi ha a cuore il bene comune e la sicurezza, denuncia”. Un impegno collettivo che passa attraverso la parola d’ordine della scorta mediatica, non un semplice slogan, ma la determinazione comune a non fare calare il silenzio intorno a chi è minacciato e al suo lavoro. Un abbraccio e un segnale che sono stati rivolti con chiarezza ad Andolfatto e a tutti i cronisti oggetto di azioni intimidatorie anche dalle delegazioni dei sindacati dei giornalisti del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia, guidate dai rispettivi segretari Rocco Cerone e Carlo Muscatello, per ribadire la piena unità anche a Nordest su questo terreno. “Non siete isolati, non vi lasceremo soli”, l’impegno comune.