Una battaglia che ha trovato una prima concretizzazione nel contratto Fnsi-Uspi, rivolto alla regolarizzazione dei rapporti professionali nelle piccole aziende editoriali del web. «Sempre a tutela dei colleghi che lavorano nelle piccole realtà di internet – rilancia Lorusso – è fondamentale proseguire la lotta per introdurre per i colossi della rete l’obbligo di pagare le royalties per l’uso delle opere giornalistiche, a difesa dell’informazione di qualità».
Informazione di qualità che è risorsa per la democrazia, anche come opera di contrasto delle opacità e delle zone d’ombra dove, assai spesso, prosperano malaffare e criminalità organizzata. Per questo Lorusso e i colleghi presenti hanno ribadito solidarietà e supporto pieni a Monica Andolfatto, segretaria Sgv, finita nel mirino della camorra, infiltratasi e radicatasi nel Veneto Orientale, come descritto anche dalle carte delle indagini della Dda di Venezia che hanno portato a ben cinquanta misure di custodia cautelare, tra cui una a carico del sindaco di Eraclea.
Il segretario si è infine soffermato su alcune crisi aziendali, come quelle della Gazzetta del Mezzogiorno e della Città di Salerno. Su quest’ultima, ha sottolineato che il sindacato affiancherà i colleghi nella battaglia giudiziaria per denunciare il comportamento dell’editore. Dopo aver messo in cassa integrazione a zero ore i colleghi e avviate le procedure di liquidazione della società, la Città è tornata in edicola con una società editrice diversa e con un diverso corpo redazionale.
«Gravissimo è il comportamento del direttore responsabile – ha detto Lorusso -. Dopo aver avallato i licenziamenti dei colleghi, continua a firmare lo stesso giornale. L’auspicio è che in questa vicenda l’Ordine dei giornalisti della Campania vada oltre le dichiarazioni di solidarietà e i selfie con i colleghi licenziati e segnali al Consiglio territoriale di disciplina il comportamento del direttore. Esiste un dovere di lealtà e collaborazione fra i colleghi. Il direttore della Città va accompagnato alla porta dall’organismo disciplinare: soltanto così si restituisce dignità alla categoria».