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Il Premio Giustolisi alla IV edizione ricorda i Martiri di Capistrello

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Se oggi ha ancora un senso parlare di fascismo e antifascismo il Premio “Franco Giustolisi – Giustizia e Verità” per il giornalismo d’inchiesta sta a dimostrarlo. E’ intitolato infatti a Franco Giustolisi, firma storica dell’”Espresso”, che fu il primo a parlare dei fascicoli nascosti nel cosiddetto “Armadio della vergogna” sugli eccidi compiuti dai nazifascisti durate la seconda guerra mondiale. Crimini per i quali continuò -sino alla sua scomparsa nel 2014- a cercare giustizia.

Il premio, giunto alla sua quarta edizione -dopo le precedenti tenute a Stazzema, Marzabotto e Boves- quest’anno è stato dedicato ai 33 martiri di Capistrello, comune abruzzese in provincia dell’Aquila, teatro nel 1944 di una delle stragi più feroci compiute in Italia da nazifascisti, in cui vennero uccisi civili innocenti, tra i quali un bambino.

La cerimonia di conferimento del Premio è stata ospitata in Senato, nella sala Koch, introdotta dalla vice presidente di Palazzo Madama, Anna Rossomando: “Ho l’onore e il piacere -ha detto la vice presidente- di rappresentare il Senato durante la cerimonia del Giustolisi, riconoscimento che premia il talento, la fatica e il coraggio del giornalismo d’inchiesta. Non esistono democrazie avanzate senza una vera autonomia, libertà e indipendenza del giornalismo, della sua funzione e del suo ruolo”.

La Sala era affollata non solo da cronisti e personalità del mondo della cultura e della politica (l’ex presidente del Senato Pietro Grasso, l’ex ministro di Giustizia Giovanni Maria Flick, il direttore dell’Espresso Marco Damilano, il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana), ma anche dai bambini e ragazzi degli istituti scolastici di elementari e medie di Canistro, vicino Capistrello, che durante l’anno scolastico hanno realizzato disegni e temi (alcuni esposti nell’anticamera della sala Koch) su una drammatica vicenda che, in quei luoghi, ha coinvolto parenti e amici.

I premiati dell’edizione 2018 sono stati per la sezione “Giustizia e Verita’”: Giovanni Tizian e Stefano Vergine de l’”Espresso”, ex aequo con Martina Castigliani di “Fq Millenium”.

Il riconoscimento ‘alla carriera’ è andato a Lucia Annunziata, direttrice di “Huffington Post”. Per la sezione “Fuori dall’Armadio”, promossa dalla Presidenza del Senato della Repubblica, è stato premiato Alessio Zucchini del Tg1, che ha scovato e intervistato un ex criminale nazista in Baviera. Il premio speciale della Giuria, “Una Vita per il giornalismo”, è stato attribuito ex aequo a Toni Mira di “Avvenire” e a Carlo Paris corrispondente Rai. Il premio letterario, invece, anch’esso un ex aequo è andato a Jacopo Iacoboni di “La Stampa” e a Pablo Dell’Osa. Assegnate, infine, due menzioni speciali a Fausta Speranza di Radio Vaticana per il reportage sul Messico e a Maurizio Di Schino di Sat 2000 per i numerosi lavori svolti in Congo.

La giuria è presieduta da Sandra Bonsanti, giornalista di Repubblica, direttrice del “Tirreno”, presidente emerito di Libertà e Giustizia; ed è composta da Marco Biacchessi, Marzio Breda, Silvia Garambois (che ha condotto la cerimonia di premiazione), Livia Giustolisi figlia di Franco, Bruno Manfellotto, Marcello Masi, Virginia Piccolillo, Marcello Sorgi, Luigi Vicinanza e Lucia Visca. Mentre il presidente onorario Roberto Martinelli, ricordato da Breda, è scomparso da poco.

“Sì, ha ancora senso parlare di fascismo e antifascismo oggi, però deve essere fatto con conoscenza della storia e partecipazione”, ha sostenuto Livia Giustolisi, figlia di Franco a margine della cerimonia di consegna del Premio.

“Gli slogan vuoti gridati al vento non hanno effetto. E’ importante piuttosto parlare di memoria dei fatti e dei luoghi, in un Paese che sembra non avere molti ricordi su alcuni accadimenti. Non mi preoccupa tanto il gesto plateale di pochi estremisti, che si individua facilmente, quanto piuttosto il fascismo strisciante, esercitato ad alti livelli, anche politici, che passa magari sotto mentite spoglie come organizzazione del consenso. E poi quello annidato negli angoli di una certa sinistra o presunta tale. Mio padre avrebbe detto che c’è più fascismo nascosto lì, che in una destra esplicita”.

“Noi sappiamo che non possiamo prescindere dalla discussione sul rischio di un ritorno a fascismo -ha ammonito la presidente del Premio, Sandra Bonsanti- perché non possiamo accettare che giovani colleghi vengano assaliti e impediti nel loro lavoro di racconto e documentazione. Lo splendido numero di Natale della rivista “Time” ha avuto in copertina i “Guardians”. Ecco mi piace pensare ai giornalisti come a dei guardiani: Franco Giustolisi è stato un grande guardiano affinché la storia del nostro tormentato Paese potesse affrancarsi dalla vergogna della giustizia negata”.


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