A un anno dalla lettera aperta delle giornaliste italiane sulle molestie sessuali nel mondo dei media, sottoscritta da 600 colleghe
Le molestie sessuali riguardano anche le giornaliste? Le redazioni sono luoghi di lavoro sicuri? C’è bisogno di un cambiamento? #metoo: ci riguarda? Per dare una risposta a queste domande la Federazione nazionale della Stampa italiana, tramite la sua Commissione pari opportunità, ha deciso di avviare la prima Indagine sulle molestie sessuali nel mondo dei media che parte oggi con un questionario anonimo, nel rigoroso rispetto della privacy, che sarà sottoposto a un campione casuale di giornaliste.
Si tratta di una prima ricognizione su giornaliste dei quotidiani, delle agenzie, delle radio e delle televisioni, che verrà allargata successivamente anche a periodici, online e alle giornaliste non contrattualizzate. L’indagine sarà condotta con la collaborazione della statistica sociale Linda Laura Sabbadini. Il 4 febbraio di un anno fa la “Lettera aperta delle giornaliste italiane contro le molestie”, promossa da due colleghe, ha raccolto, in poco più di un mese, seicento adesioni. Una forte presa di posizione, collettiva, fatta propria dalla FNSI, per denunciare una realtà di violenza alle donne e limitazione della loro libertà inaccettabile: le molestie e i ricatti sessuali nei luoghi di lavoro. Realtà da anni contrastata dai sindacati italiani nella totale disattenzione dei mezzi di informazione.
Eppure l’ultima indagine Istat (2015-2016) dice che 1 milione e 200 mila donne tra i 14 e i 65 anni hanno subito molestie o ricatti sessuali sul lavoro. E nelle redazioni qual è la situazione? Lo sapremo con la rilevazione promossa dalla FNSI in collaborazione con Casagit, Inpgi e Usigrai, che ha il patrocinio di AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, e dell’Ordine nazionale dei giornalisti.