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Il caso Bcc Terra d’Otranto e le querele temerarie. Strumento sempre più diffuso per colpire i giornalisti

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E’ dal 2014 che la giornalista Fabiana Pacella segue, scrivendo su diverse testate, le vicende giudiziarie che hanno colpito la Bcc Terra d’Otranto ed è dal 2014 che, per questo, risulta oggetto di continue querele temerarie da parte dell’istituto, nonostante i responsabili della presunta mala gestio, su cui indaga la Procura di Lecce, siano stati sostituiti negli incarichi ai vertici dell’istituto creditizio. Per questo Assostampa Puglia e Fnsi si schierano al fianco della collega, il cui lavoro giornalistico – documentato con tanto di denunce da parte dei correntisti vittime dei presunti illeciti – prosegue e proseguirà, nonostante le minacce, per restituire ai cittadini il loro sacrosanto diritto di essere informati.

L’ennesima querela disposta dall’attuale presidente , eletto nel 2016, evidentemente con l’intento di tutelare l’immagine dell’istituto, riguarda due articoli pubblicati dal Sole24 Ore e dal Nuovo Quotidiano di Puglia su vicende pregresse. Ciò che colpisce, a fronte delle prove documentali che la giornalista – tutelando la segretezza delle fonti – ha utilizzato per svolgere il proprio lavoro d’inchiesta, è l’ostinazione con la quale si vuole colpire il diritto di cronaca e il diritto dei cittadini ad essere informati di quanto accaduto nella lunga e travagliata vita giudiziaria dell’istituto creditizio. Addirittura, nella querela si suggerisce quanto disposto dalle norme sulla diffamazione a proposito della pena carceraria a carico dei giornalisti, un chiaro tentativo di imbavagliare la libertà di informazione .

E’ comprensibile la volontà dei vertici della banca di tutelare l’immagine della propria azienda per il presente e futuro, incomprensibile è l’ostinata volontà di non far emergere nulla di quanto accaduto attorno a vicende passate che hanno provocato ben 5 denunce da parte dei correntisti e, finanche, un’inchiesta per estorsione aggravata da metodo mafioso a carico di 10 indagati. L’utilizzo delle querele temerarie per colpire ripetutamente i giornalisti che si rendono “colpevoli” di raccontare fatti, è pratica purtroppo sempre più diffusa, contro la quale Fnsi e Assostampa si opporranno in ogni sede.


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