Quando vediamo un governo occuparsi di Rai abbiamo l’impressione di assistere a quei casi di malasanità in cui il personale maltratta i vecchi pazienti riempiendoli di botte ma continua anche a somministrare loro un po di cure, perché i malcapitati comunque servono lì dove sono a giustificare la propria esistenza.
I governi da sempre hanno la bruttissima abitudine di brutalizzare, per i propri scopi, la RAI facendo finta di dimenticare che l’azienda è concessionaria di un servizio pubblico di primaria importanza per la crescita culturale e per la coesione del paese.
Berlusconi ha certificato senza vergogna l’uso privato del servizio pubblico, Renzi non è stato da meno ed il governo del cambiamento di Lega e 5 Stelle si è rivelato come “il governo del cambia-niente” perché stanno continuando quello che hanno imparato dai loro predecessori.
Ne è la prova il comma 101 della recente Legge di Bilancio approvata in parlamento tra i botti di capodanno mentre i cittadini erano alle prese con panettoni e spumanti.
Il testo afferma che: ” Per l’adempimento degli obblighi del contratto di servizio, ivi inclusi quelli per lo sviluppo della programmazione digitale, alla RAI – Radiotelevisione Italiana Spa è riconosciuto un contributo di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020. “
Secco, asciutto, come a dire continuiamo a fare gli affari nostri senza dare spiegazioni. Quello che all’apparenza sembra un regalo di fine anno è in sostanza la restituzione di qualche briciola di un bottino che il governo ha sottratto alla Rai.
In buona sostanza il governo Giallo-Verde da un lato riscuote in bolletta il canone, dichiarando ai cittadini che con quei soldi finanzierà il Servizio Pubblico, poi però ne trattiene annualmente circa 100 milioni per utilizzarli a proprio piacimento per altri scopi.
Il governo però sa anche che in passato è stato imposto alla Rai di accollarsi i costi per l’adeguamento tecnologico al digitale terrestre di tipo due e che con i soldi che le ha precedentemente sottratto, alla Rai sarà impossibile rispettare i propri obblighi e per questo tenta furbescamente di restituire una piccola parte del maltolto facendolo sembrare un regalo.
Contorti meccanismi danno alla Rai con una mano e con l’altra tolgono, prima le assegnano il servizio pubblico e i relativi oneri, poi la finanziano con un canone tollerando una evasione della tassa altissima ed infine trattengono negli anni 2,5 miliardi per i propri scopi.
Usano l’azienda per i propri deprecabili obiettivi e contemporaneamente su di essa fanno campagna elettorale abbassandone le risorse tagliando gli introiti da canone.
Una mano da e una toglie, il trucco c’è e si vede anche se tutti fanno finta di non vederlo.
Si cancella l’evasione mettendo in bolletta il canone ma poi con il così detto extragettito si fa tutt’altro.
Ricordiamo che il summenzionato meccanismo aveva l’obiettivo di calmierare, se così possiamo dire, il surplus di entrate del canone dopo la riforma che ha inserito la riscossione dello stesso in bolletta.
Il principio non sarebbe stato male se fosse stato veramente applicato, pagare tutti e pagare meno.
Infatti a questo meccanismo si è accompagnata una riduzione del canone da 113 a 100 e poi a 90 con lo scopo di, una volta andato tutto a regime, di andare a recuperare la famosa evasione del 27%.
Proprio il 2019 sarebbe stato l’anno in cui la quota dell’extragettito non sarebbe più stata tale.
Ricordiamo che ‘extragettito altro non è che canone evaso che il Governo ha recuperato per intero e ne ha potuto beneficiare. Ne ha beneficiato il Governo attuale ma la RAI è esattamente nelle stesse condizioni in cui era prima della riforma. in sintesi: la riforma è stata molto conveniente per il Governo ma, dopo questa legge di bilancio, si può affermare che non ha portato alcun beneficio alla RAI.
A questo aggiungiamo il grande capolavoro della mediazione RAI-Governo che ha permesso di santificare il concetto secondo il quale di fatto non esiste più il canone RAI per come lo abbiamo sempre conosciuto. Esiste soltanto una voce di bilancio che potrà essere modulata in base alle voglie e alle propagande elettorali di governo.
Dire, come ribadito nella legge appena firmata, che l’extragettito continua per sempre significa sigillare per legge che le entrate da canone saranno sempre disponibili per altri utilizzi, contrariamente a diverse sentenze della Corte di Costituzionale e non ultimo anche alle parole del Presidente della Camera Roberto Fico quando ancora diceva qualcosa di coerente.
In più si afferma che per legge il canone sarà di 90 euro per sempre, sempre, sempre indipendentemente dai costi sempre più alti, indipendentemente dai tassi di inflazione e del progressivo aumento del costo della vita.
Riassumendo: danno a RAI l’elemosina di 40 milioni nel 2019 e altri 40 milioni (forse) nel 2020 pur di fare il comodo loro con i soldi che servono a finanziare i costi per eseguire gli obblighi del nuovo e costoso contratto di servizio. Questi 80 milioni, che altro non sono che una elemosina di governo, serviranno all’attuale amministrazione RAI per fare pura cosmetica aziendale ma non ad adempiere qualitativamente al contratto di servizio. Faranno dire a qualche giornalista al soldo che la RAI prende contributi dallo stato oltre al canone e serviranno come scusa buona per dire che di più non è possibile fare. Intanto i Salini, i Foa e gli altri tra due anni se ne andranno con le stellette luccicanti sul petto, mentre la Rai rimarrà ad attendere i prossimi amministratori che le diranno al loro primo discorso di insediamento che cambieranno tutto per non cambiare niente.
L’associazione RAI BENE COMUNE non può assistere rassegnata a queste cose, non denunciare questi fatti significa smettere di combattere per il nostro lavoro, per la dignità e in prospettiva breve anche per il nostro stipendio, il cui ulteriore ridimensionamento ci sarà prospettato da qualche sindacalista dalla firma sempre pronta come un nuovo contratto di solidarietà.
Diceva Schopenhauer: “La felicità è come l’elemosina gettata al mendico. Gli permette di vivere oggi per prolungare il suo dolore l’indomani.”