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Omicidio Daphne. Media maltesi: “identificati i mandanti”. Verità più vicina?

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Forse si avvicina la possibilità di avere giustizia per Daphne Caruana Galizia. Sarebbero stati infatti identificati almeno tre mandanti dell’omicidio della giornalista maltese, uccisa da una bomba posta sotto al sua auto il 16 ottobre 2017 . Lo rivela il Times of Malta, secondo cui gli inquirenti avrebbero parlato di  un gruppo di “più di due uomini”, di nazionalità maltese, di cui però non sono stati rivelati i nomi. La famiglia di Daphne, interpellata dal quotidiano, ha dichiarato di non essere stata informata dagli inquirenti e mostra estrema cautela. Non è chiaro nemmeno se si tratti di persone appartenenti al mondo della politica, dell’economia o della criminalità organizzata.
Fino ad oggi, per l’omicidio della giornalista e blogger erano stati arrestati , come esecutori  materiali del delitto, i fratelli Alfred e George De Giorgio e Vincent Muscat ma gli investigatori, a un anno dalla morte, non avevano finora mai dato segno di avere sospetti sui mandanti che avrebbero ordinato e pagato l’omicidio. Secondo il Times of Malta, gli inquirenti hanno dichiarato di essere in contatto costante con Europol, che ha l’esperienza necessaria per analizzare “la grande quantità di dati” trovati e dare una svolta all’indagine , che sarebbe arrivata a uno stadio avanzato.

Le notizie arrivano a circa un mese di distanza dalla grande manifestazione che si è tenuta a La Valletta il 16 ottobre, nel primo anniversario  dell’assassinio. La gente, nelle strade, ha chiesto “Verità e giustizia per Daphne “ . Una missione era stata organizzata in quei giorni da numerose Ong che difendono la libertà di stampa, con la partecipazione della Federazione europea dei giornalisti (Efj) e della Fnsi. La missione, che ha visto Ong, Efj e Fnsi visitare esponenti del Governo e il Procuratore generale, oltre ai principali media locali, è sfociata in un lungo documento in cui è stato chiesto di aprire una pubblica inchiesta su Daphne. Il sospetto delle Ong e della famiglia è infatti che il Governo maltese abbia cercato di insabbiare le indagini su quella che era una giornalista scomoda a causa delle inchieste che stava conducendo e che coinvolgevano anche alcuni importanti membri dell’Esecutivo.
Una cosa è chiara a tutti:  la giornalista è stata uccisa perché smettesse di fare il suo lavoro, di infirmare, denunciare, cercare la verità.
Nei prossimi giorni si saprà se le indagini sono davvero arrivate ai mandanti e se Daphne, la cui morte ha suscitato commozione e indignazione in tutto il mondo, avrà finalmente giustizia.


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