Non c’è dubbio alcuno, e basta parlare con i numerosi costituzionalisti che insegnano nelle nostre università, o vi hanno insegnato, come Michele Ainis, Stefano Rodotà o Mario Dogliani, per rendersi conto che si sta andando, a proposito della legge elettorale o verso l’ennesima riproposizione nella prossima battaglia elettorale della primavera
2013,oppure verso una legge proporzionale adatta a sancire il pareggio tra le forze che si batteranno per il governo o comunque per l’aumento di quella frammentazione che ha segnato per mezzo secolo il succedersi ogni nove o dieci mesi governi diversi. E ancora che la riproposizione del sistema misto ,meglio noto in Italia, grazie a una battuta di Giovanni Sartori, come il Mattarellum che mette insieme un sistema maggioritario per il settantacinque per cento dei collegi con un venticinque per cento, non si potrà attuare perché ormai non c’è più il tempo per ridisegnare i collegi e adeguare la legge ai cambiamenti intervenuti nell’ultimo ventennio.
In questa situazione andremo alle elezioni con ogni probabilità con la riproposizione del Porcellum o “porcata” che dir si voglia o con una proporzionale, pura o quasi, che non fa comodo ai due maggiori partiti, né al Partito democratico che si prepara a diventare la forza più rilevante, e al Popolo della Libertà che rischia di affondare, se non risolve presto il problema della propria missione e anche della leadership di Berlusconi o di un nuovo leader che non spunta ancora all’orizzonte.
E’ una prospettiva poco meno che angosciante, dobbiamo dirlo e tale da scatenare dure polemiche interne(ho letto stamane dell’on. Arturo Parisi,un parlamentare che ho sempre stimato per i suoi comportamenti, un articolo su “Il Fatto Quotidiano” in cui punta il dito contro l’attuale governo di strana coalizione PD-PDL-UDC che sostiene Monti e non si può dire che abbia tutti i torti se si è giunti a una simile non scelta, magari sottolineando che rischia di riprodursi la situazione degli anni ottanta nella quale il maggior potere non lo avevano né la DC né il PCI ma lo ha avuto per alcuni anni il PSI di Bettino Craxi che fruiva di una grande rendita di posizione:la stessa che ha oggi Casini in quanto alleato potenziale di quello che è il maggior partito non solo in potenza ma di sicuro a livello elettorale ,cioè il Partito Demcoratico di Pier Luigi Bersani.
Mi sembra di sentire già alcuni lettori commentare che questo è un discorso in politichese e che le cose potrebbero non andare così. Nè io lego in assoluto perché i nodi della crisi italiana si dipanano a volte in maniera imprevedibile e c’è la residua speranza che un intervento, ancora una possibile, del presidente della Repubblica Napolitano riesca a convincere gli attuali maggiori decisori della politica italiana ad evitare un risultato così negativo.
Ma bisogna pur dire per onestà verso gli italiani, come verso chi ha la ventura di leggerci, che le probabilità di uscire da questa legislatura, ormai prossima alla fine, con una legge elettorale maggioritaria con le opportune modalità di recupero proporzionale come era stato a suo modo “il Mattarello”, sono vicine allo zero e questo ci condurrà invece a uno dei due esiti temuti:o la reviviscenza dell’infame “Porcellum” opera dell’incredibile leghista Calderoli o a un proporzionale che favorisce la pattuglia centrista di Casini che in questi anni non è scomparsa certo ma che è cresciuta di poco o di niente perché non fa che riproporre una strategia mediana, che ricorda molto quella democristiana,e non sembra adatta-lo dico sommessamente perché nulla ho mai avuto contro il sempre attivo Pier Ferdinando,peraltro emiliano-vale la pena notarlo-come Pier Luigi Bersani di Piacenza e Gianfranco Fini di Bologna che si oppongono-spero con tutta la forza possibile, al milanese Silvio Berlusconi.
Intendiamoci: continuando a fare, per quanto posso,il professore di Storia contemporanea, non credo affatto che i luoghi di nascita o di residenza determino i caratteri dei politici o degli uomini in generale ed, essendo napoletano di nascita e formazione, sto da molti anni a Torino con grande gusto e mi piacerebbe restarci negli anni che ancora mi rimangono.
Tornando a noi non penso che la legge elettorale determini tutta la politica ma non c’è dubbio che in questo momento, che possiamo definire preelettorale aver reso impossibile il sistema misto maggioritario-proporzionale e dover scegliere nelle prossime settimane-come ormai appare certo-tra il ritorno del “Porcellum” e una proporzionale non meglio determinata è una prospettiva preoccupante e per certi versi inaspettata.
Speriamo, dico alla fine, che la politica del centro-sinistra abbia uno scatto di reni e trovi una soluzione migliore di quelle che appaiono nel settembre 2012 di gran lunga le più probabili.