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OLIVIERO BEHA: “Calcio scommesse? questa serie di arresti non è una sorpresa”

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Oliviero Beha, prima la scorsa estate, e poi dicembre. C’è stata anche qualche avvisaglia sui Tg della scorsa settimana; ora ci siamo nuovamente. L’informazione però sembra come la bella addormentata che viene “destata” dal bacio di qualche Procura per riassopirsi subito dopo. Succederà qualcosa di diverso stavolta?
“La logica imporrebbe di dire di no. La speranza di una consapevolezza maggiore, che dal calcio si estenda su tutto il resto e che tocchi tutti gli italiani, ci fa invece dire di sì. Per il momento vediamo cosa succede. Di sicuro, però, questa serie di arresti  non è una sorpresa”.

Tu segui molto queste vicende. Di che matassa si tratta? Siamo alle solite vicende già risapute e – almeno in parte – conosciute, oppure siamo di fronte a qualcosa di diverso?
“Per il momento ci troviamo in una situazione di forte sofferenza da scommesse elevata al quadrato, ma non ancora al cubo. Mancano sicuramente dei nomi grossi, che mi risultano esserci, anche se voglio vedere se vengono fuori. Ma soprattutto manca la corresponsabilità dei club. A quel punto sarebbe infatti una questione di sistema. Ora, per quello che mi risulta, i vari club che sono al corrente di questa situazione ne hanno approfittato, e questo accadeva anche prima che le scommesse svolgessero questo ruolo. Ci sono delle fasi di campionato in cui le partite sono merce di compravendita e di scambio. Se poi oltre alla compravendita ci si scommette sopra, la cosa assume un altro aspetto. Quindi, finché non emergerà tutto il sommerso dell’inchiesta che coinvolge anche grossi calibri e i club, io penserò che siamo sempre alle solite”.

Possiamo abbozzare un avvicinamento al mondo della politica – cui si concedono effrazioni, corruttele ed interessi privati non istituzionali – ed il mondo del calcio, o ti sembra una cosa troppo populista da dire?
“Se ci fosse, per un caso, nell’attualità un ex presidente del Consiglio che fosse anche presidente di una squadra importante, sarei anche tentato di dire di sì. Abbozziamo pure, come diceva Voltaire: “Abbozzate, abbozzate. Qualcosa resterà”. Ma siccome mi pare che in natura questo episodio … non ci sia, mi guardo bene dall’abbozzarlo”.

Siamo in salvo, dunque …
“Sì, siamo salvi … anche se con due piedi nella fossa fino alle cosce.”

(Intervista a cura di Alberto Baldazzi)


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