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Rovigo. I trent’anni del Centro francescano di ascolto

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Don Luigi Ciotti e Gherardo Colombo saranno a Rovigo il 18 ottobre prossimo per festeggiare i trent’anni del Centro francescano di ascolto insieme a Livio Ferrari che ha fondato il sodalizio nel 1988 proprio nel capoluogo del Polesine. L’appuntamento è per le 17.30 nel Salone del grano, all’interno del palazzo della Camera di commercio in piazza Garibaldi. Insieme al presidente nazionale di Libera e all’ex magistrato, saranno tanti gli amici e i compagni di strada a ritrovarsi per condividere con chi vorrà partecipare tre decenni di storia e le prospettive di un’attività solidale che, dopo tanto tempo, non conosce cesure e rallentamenti. “Trent’anni, è un tempo significativo, una grossa fetta di vita trascorsa sulle strade della prossimità, nell’incontro con il dolore e la fatica di vivere delle persone” riflette Ferrari che avviò il percorso del Centro il 18 ottobre del 1988. “Trent’anni controcorrente” rivendicano i volontari, da sempre impegnati nel sostegno e nell’accompagnamento ai servizi di persone con disagi e dipendenze, senza guardare a passaporti e provenienze.

Ma la cifra distintiva nell’attività del centro (che, non a caso, ha sede in via Mure Soccorso a un passo dal vecchio penitenziario di via Verdi) è la vicinanza ai detenuti, il sostegno ai percorsi di rieducazione e riabilitazione, perché la pena non sia afflittiva e non si esaurisca nella carcerazione. Un’opera divenuta costante e quotidiana nel 1989 all’interno della casa circondariale di Rovigo con attività di formazione culturale (tra cui il giornale Prospettiva Esse, fondato nel 1997) e accompagnamento al lavoro esterno, come opportunità di ricostruzione di una prospettiva di ritrovate autonomia e cittadinanza. Esperienze avanzate che, nel tempo, hanno portato l’associazione rodigina a essere un riferimento non solo per il mondo del volontariato. Ferrari, infatti, è stato più volte impegnato come consulente del ministero della Giustizia e del ministero della Solidarietà sociale, coordinando gruppi di studio e progettazione sulla gestione penitenziaria, convinto che giustizia non sia sinonimo di vendetta. Posizioni che l’attivista polesano ha portato avanti pure nella lunga esperienza come presidente della Conferenza nazionale volontariato e giustizia.

*Portavoce Articolo21 Veneto


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