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Sicurezza sul lavoro. Si continua a morire. Nell’indifferenza generale

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Travolti da muletti, folgorati, asfissiati,  investiti da un blocco di marmo, schiacciati dal  trattore, morti cadendo da un impalcatura, è  lunghissima la lista dei lavoratori che muoiono  ogni giorno nei luoghi di lavoro (festivi  inclusi), molto spesso nell’indifferenza generale. Negli anni sessanta le chiamavano omicidi sul  lavoro, termine forte, lo so, ma sicuro realistico. Adesso, in tanti, troppi, le chiamano “morti  bianche”, “tragiche fatalità” o peggio ancora  “doveva succedere”, termini che mi fanno rabbrividire. Ricordiamocelo ogni tanto, che stiamo parlando di  persone e non numeri, di padri, madri, figli,  figlie, che ogni giorno vanno a lavorare e molto  spesso non ritornano casa, perchè sono morti sul  lavoro, visto che in quelle aziende non si  rispettavano neanche le minime norme per la sicurezza sul lavoro. Cambiano i governi, ma quello che resta immutato  è l’indifferenza del mondo politico verso la  salute e sicurezza sul lavoro, che in un Paese  Civile dovrebbe essere al primo posto nell’agenda  politica di qualsiasi partito. Vi pare che questo stia accadendo in Italia??? Si parla molto spesso di mancanza della cultura  della sicurezza sul lavoro, peccato che poi non  si faccia nulla perchè questa cultura si crei. In Francia la sicurezza sul lavoro la insegnano fin dalle scuole elementari. In Italia manco per idea, quando invece servirebbe eccome! Dal 1 Gennaio 2018 ad oggi (dati Osservatorio  Indipendente di Bologna, diretto da Carlo  Soricelli), ci sono già stati oltre 1000 morti sul lavoro. Io sono stanco e stufo delle solite frasi di  circostanza e delle cosiddette “lacrime di  coccodrillo”, per poi non fare mai nulla di concreto per fermare questi drammi. Intanto i lavoratori continuano a morire quotidianamente.

Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e  Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze                                                    


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