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Cgil. Susanna Camusso chiude le Giornate del lavoro a Lecce

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Critica il governo con durezza: “i provvedimenti che si annunciano sono profondamente ingiusti”

Di Beppe Pisa

“Il Paese sta facendo una discussione tutta improvvisata sulla legge di bilancio, una discussione fatta da un lato dagli slogan della campagna elettorale più o meno ricollocati nel cosiddetto contratto di governo, da annunci che si inseguono e si contraddicono quotidianamente, ma la cosa che pare sempre più evidente è che condizioni del Paese, necessità del Paese, progetto per il Paese non compaiono in nessun modo in questa discussione”, ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a Lecce, intervistata da Marco Damilano, direttore dell’Espresso, durante la manifestazione di chiusura delle Giornate del lavoro. “Per gli scambi di battute in corso in questo pomeriggio domenicale, i provvedimenti che si annunciano sono profondamente ingiusti”, ha sostenuto ancora Camusso facendo riferimento a flat tax e reddito di cittadinanza. “Il primo provvedimento è quello della pace fiscale, cioè un gigantesco condono di massa che verrà contrabbandato – ha precisato la numero uno della Cgil – con il fatto che bisogna evitare le liti fiscali. Ma quando io leggo che il tetto è un milione di euro, vuol dire che stiamo pensando di condonare l’evasione fiscale di un milione di euro. Parliamo di evasione fiscale, non del patrimonio della persona, ma di quello che dovrebbero dare al fisco e che non hanno dato. Possiamo dire che quando si comincia così si comincia malissimo?”.

Camusso: il messagio del governo è sempre lo stesso, “chi è ricco può fare ciò che vuole”

Secondo la segretaria della Cgil il messaggio che scaturisce dall’atteggiamento del governo su questa specifica questione “è di nuovo quello secondo cui chi è ricco può fare quello che vuole, ma la cinghia la tireranno tutti gli altri, cioè i lavoratori, i pensionati, chi è in difficoltà. Si continua con l’idea che bisogna abbassare le tasse a chi ha di più raccontando una gigantesca bugia, perché così non ci sarà un consumo in più, un investimento in più e nessun effetto positivo per l’economia, invece, una grande parte della popolazione continuerà ad immaginarsi e a vivere in difficoltà e in una situazione di insicurezza”. Quanto al reddito di cittadinanza, Camusso ha sostenuto: “Abbiamo scoperto che è una misura contro la povertà, una misura per il lavoro che interviene rispetto agli ammortizzatori sociali, ma anche che è una misura per favorire l’accesso al lavoro. Poi, in altri momenti abbiamo scoperto che è una misura universale. Ma se l’idea è quella di garantire ai ricchi che essere cittadini e far parte dello Stato costerà sempre di meno e che avranno sempre più risorse a disposizione, mentre per gli altri diamo il via all’assistenzialismo di massa, io credo che da questo punto di vista ci sia un problema di qualità di vita democratica, della condizione di libertà e di soggettività delle persona”.

Camusso su crollo del ponte Morandi a Genova: “il governo si è presentato dicendo facciamo tutto noi, ma poi…”

La leader della Cgil, Susanna Camusso, parla di “spettacolo di quei giorni un po’ impressionante”, dopo il crollo di Genova, che “aiutava ad alimentare rancore e rabbia ma non dava risposte”. E chiudendo le ‘giornate del lavoro’ della Cgil a Lecce dice: ora, un mese dopo, “prima di tutto bisogna liberare quella città”. E aggiunge: “Un’altra cosa un po’ sconvolgente è che” il Governo si è presentato dicendo facciamo tutto noi e poi…”. Ora, invece, per il segretario generale della Cgil “bisogna dire: a leggi vigenti parte la costruzione del ponte. Poi si discute di tutto. Ma intanto non teniamo una città in ostaggio per il dibattito politico”.

Camusso su Pd e sinistra: “come riporti il tuo popolo a sentire un’appartenenza?”

“Certo che serve discontinuità” nel Pd. La leader della Cgil, Susanna Camusso, parla di “sconfitta bruciante” e dice: “Non abbiamo nessuna idea sul fatto che ora ci sia un futuro brillante ma devi domandarti come riporti il tuo popolo a sentire un’appartenenza”. “Mi pare che abbiamo cominciato male la fase post elezioni”, osserva alla chiusura dell’intervento alle ‘Giornate del lavoro’. “Lo dico con una battuta, magari è ingeneroso ma così ci capiamo: se faccio un accordo sindacale e i lavoratori me lo bocciano non dirò mai che è colpa dei lavoratori ma dovrò sempre domandarmi perché non ho saputo spiegare le ragioni di quella scelta”. Bisogna “domandarsi dove è avvenuta la rottura e perché”. Cosa direbbe alla cena proposta da Calenda a Renzi, Minniti e Gentiloni? “Forse non ci riuscirei a parlare, sono tutti molto loquaci. Direi di mettere da parte il proprio ego, di pensare a che Paese ti vuoi immaginare e non a cose tipo: mi hai fatto un dispetto e ti metto un dito in un occhio. Si parla sempre troppo di persone e non di progetti per il Paese”.

Camusso sul congresso della Cgil

La Cgil è in pieno percorso congressuale, che sarà celebrato a gennaio a Bari. Su questo ha chiuso Camusso: “La partecipazione al percorso è una nostra condizione di forza. C’è stata una valutazione importante delle cose fatte in questi anni, e insieme dei problemi che hanno i lavoratori e il Paese. La nostra organizzazione deve fare una discussione vera e profonda sull’inclusione, sulla ricostruzione della solidarietà, su rendersi riconoscibili e visibili tra lavoratori diversi. L’uguaglianza va praticata nella contrattazione: anche in casa nostra, dunque, vanno combattuti i processi di corporativizzazione. Il confronto tra le diversità deve essere una costante per una grande organizzazione come la nostra. Oggi siamo alla sfida delle nuove tecnologie, che creano profonde novità e differenze, allora il tema è anche come includere i nuovi modelli organizzativi. D’altronde noi siamo orgogliosi delle nostre radici, proprio perché continuano a crescere”.

Da jobsnews


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