Brucia l’accusa dell’Alto Commissario dell’Onu per i Diritti dell’Uomo, Michelle Bachelet, circa il razzismo montante degli italiani e l’indifferenza a morti in mare per omissione di soccorso. Sul razzismo, Salvini reagisce denunciando paradossalmente un “vizio di percezione” proprio lui che sulla percezione di pseudo-invasioni ha costruito la sua fortuna. Numeri alla mano, afferma che i casi di violenza a sfondo razziale sono pochi, ma non riesce a smontare l’accusa che si poggia sulla loro crescita nel tempo. Sui soccorsi in mare, il Ministro leghista è ancora più piccato e rivendica tutti i salvataggi effettuati, quando lui non era ministro.
Chi ha ragione? La questione è complicata. La Bachelet fa il suo mestiere e dove ci sono diritti umani calpestati deve denunciarli. Salvini potrebbe invocare l’indifferenza dell’Europa, ma non può farlo, per non creare una frattura con il blocco dei sovranisti di Visegàd, a lui così affini. Così ripiega sulla vecchia cara tecnica del vittimismo e solletica l’attaccamento al denaro del suo elettore medio, accusando l’organismo internazionale di essere “costoso” e minacciando di non finanziarlo più. Il tutto nel silenzio dei grillini, che si astengono da ogni giudizio, proprio quando avevano l’occasione di differenziarsi dalla Lega, affermando che Onu vale Onu.