Un mese caldo per il litorale laziale da più punti di vista. Due omicidi in 30 giorni in un lembo di terra Nettuno (omicidio il24 luglio in pieno giorno) Terracina bagnato da mare e mafie. La storia di mafia del litorale pontino inizia da lontano, persino Spatuzza nel raccontare le velleità del clan Brancaccio parlò del litorale nel giorno delle famose rivelazioni su Berlusconi. Torvaianica era il luogo prescelto dagli esponenti di cosa nostra come rifugio. Pure il dossier di libera informazione “ Mafie e cicoria” da tempo ci aveva chiarito la presenza delle famiglie criminali sul litorale. Gaetano Marino fratello di Gennaro Marino, detenuto in regime di carcere duro e artefice della secessione del 2004 dal clan Di Lauro è stato ucciso ieri vicino la spiaggia a Terracina. Prima riceve una telefonata che lo fa risalire dalla spiaggia e proprio mentre sta raggiungendo il marciapiede gli assassini gli scaricano addosso diversi colpi con una pistola semiautomatica, lasciandolo in una pozza di sangue. Era un gregario della Camorra degli “Scissionisti” che evidentemente si sentiva sicuro con i suoi guardaspalle, che però nulla hanno potuto contro sette colpi di pistola. Aveva un soprannome “moncherino” perché aveva perso le mani durante l’esplosione di un ordigno. Pochi mesi fa era stato protagonista di una scena strappalacrime con la figlia e Lorena Branchetti su Rai2, Il programma era ”Canzoni e sfide’ registrato al Teatro Politeama di Catanzaro il 26 settembre del 2010 e andato in onda sulla seconda rete alla vigilia del Capodanno. “Un fatto ‘incredibile’, tenuto conto del curriculum criminale di Marino” scrisse Saviano e del quale Articolo21 chiese lumi alla Rai, la quale spiegò che la trasmissione era” frutto di un’acquisizione di diritti da un produttore esterno, responsabile anche dei contenuti e degli ospiti”, e la Fondazione Politeama, precisando di “essersi limitata a concedere il teatro ai promotori dell’iniziativa”.
Intanto però un camorrista stava in televisione in prime time la vigilia di capodanno. Oggi molti politici di destra e di sinistra si dichiarano sconcertati per l’aumento della criminalità nel lazio. Forse è ora che si apra il fascicolo Lazio per le infiltrazioni mafiose . Ci sono in questa regione infrastrutture economiche fondamentali, c’è la Capitale, la Rai e tutte le più grandi aziende del Paese che un tempo erano statali. Possibile che fosse così difficile prevenire l’interesse delle mafie per questa terra?