Fabrizio Salini , a.d. designato dai partiti di maggioranza per il servizio pubblico radiotelevisivo , andrà giudicato sulla base del suo lavoro , assai complesso; di Marcello Foa , designato alla presidenza ,un’idea ce la siamo fatta già , per il “disgusto“istituzionale da lui espresso nei confronti del capo dello Stato.Recentemente e , ahimè, pubblicamente. Designati entrambi , non nominati né eletti : ma gli strafalcioni istituzionali dei due leader non possono oramai stupire .
Dunque avremo , forse , un presidente della Rai che prova disgusto , senza remore , per la massima istituzione della Repubblica. Trattandosi – come ripetuto con enfasi dal più loquace , nel caso di specie , dei due leader– della prima industria culturale del paese , qualche domanda è lecita , o obbligatoria. Forse i due vice primi ministri non conoscevano questa posizione , pubblica , di Marcello Foa : sarà interessante vedere che peso gli diano . Se la ritengano insopportabile e incompatibile , per un repentino intervento riparatore è già passato troppo tempo. O se la ritengano irrilevante , o addirittura condivisibile : in tal caso , del giudizio “disgustoso” , questo sì , si assumono la piena e diretta responsabilità. Il disgusto istituzionale diverrebbe anche loro: riportandoci a quel maldestro, ma istruttivo , tentativo di portare davanti alla Corte costituzionale integrata lo stesso Mattarella ,per alto tradimento e attentato alla Costituzione. Una bazzecola da ergastolo , potenzialmente: comunque l’indifferenzaper la distruzione di un uomo , di una famiglia , ma soprattutto della massima responsabilità dello Stato. Staremo a vedere, prestissimo.
Staremo altresì a vedere come si comporteranno i partiti che devono eleggere il nuovo presidente della Rai. Anche loro esprimeranno , solo in apparenza indirettamente , un giudizio su quel giudizio sul capo dello Stato . Non è un gioco di parole: è una prova di maturità democratica.
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