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Perquisizione al cronista del Giornale di Brescia, Fnsi e Alg: “Sempre più a rischio la tutela delle fonti”

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Salerno, Napoli, Torino, Milano, Olbia, Pavia, Bolzano, Padova: il caso di Andrea Cittadini è solo l’ultimo di una lunga lista di tentativi di cancellare il segreto professionale. «Su questa questione e su quella delle querele temerarie chiederemo un incontro al Guardasigilli», ha anticipato il presidente Giulietti in visita con Anna Del Freo e Paolo Perucchini ai colleghi dei quotidiani locali

‘Siamo tutti cittadini. Con Cittadini, per i cittadini-lettori’. Questo lo slogan dell’iniziativa promossa dai giornalisti del Giornale di Brescia, a cui Federazione nazionale della Stampa italiana e Associazione Lombarda dei Giornalisti hanno portato la solidarietà della categoria, dopo l’episodio che ha visto protagonista il collega Andrea Cittadini, accusato dalla Procura di ‘istigazione alla violazione del segreto d’ufficio’. «Quanto è accaduto è gravissimo e non è accaduto solo ad Andrea. È già successo anche in altre regioni d’Italia, in altre città della Lombardia e a giornalisti di altri giornali di Brescia e questo desta grande preoccupazione», ha detto il presidente dell’Alg, Paolo Perucchini, dopo l’introduzione del direttore del quotidiano, Nunzia Vallini.

«Questo è un episodio eclatante, ma non è purtroppo il solo che si è verificato in questo territorio. È successo a colleghi di Brescia Oggi e della redazione locale del Corriere della Sera. Siamo qui – ha concluso Perucchini – per esprimere la vicinanza del sindacato ad Andrea Cittadini, ai colleghi della redazione del Giornale di Brescia e, con loro, a tutti i giornalisti bresciani che, in questi mesi, hanno visto crescere iniziative della magistratura tendenti a limitare il loro impegno nel raccontare i fatti del territorio, minando alla base il ruolo della libertà di informazione».

E all’incontro, che si è tenuto nella sede del Giornale di Brescia, i giornalisti delle altre testate locali erano presenti, insieme con alcuni parlamentari e avvocati. «Non è che perché sono giornalista non devo finire sotto inchiesta. Se ho sbagliato pago, ma qui è una questione di metodo», ha raccontato Andrea Cittadini. «Sono entrati a casa quattro carabinieri del Ros e hanno cercato materiali con l’intenzione di risalire alle fonti che io avrei ‘istigato’ a passarmi le notizie».

Anna Del Freo, rappresentante del sindacato italiano in seno alla Federazione europea dei giornalisti, ha ricordato che «in tutta Europa la libertà di informazione è sotto attacco» e osservato che «l’informazione è come l’acqua: ti accorgi che è essenziale quando cercano di sottrartela».

Per Giuseppe Giulietti, «qui è in discussione un doppio principio: il dovere dei giornalisti di informare e il diritto dei cittadini ad essere informati. Lo ha ribadito la Corte europea dei diritti dell’uomo in più sentenze». Per questo, ha anticipato il presidente della Fnsi, «saremo al fianco dei colleghi in tutte le iniziative che decideranno di intraprendere e intanto proprio ieri, in un incontro con il presidente Mattarella, abbiamo posto ai massimi livelli istituzionali la questione degli attacchi al segreto professionale dei giornalisti che corre il rischio di essere sfasciato».

Tutela delle fonti e querele bavaglio sono temi intorno ai quali la categoria deve compattarsi. «Partirà nelle prossime ora una lettera al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede – ha detto ancora Giulietti – per chiedere un incontro urgente sulle due questioni e in quella sede porteremo tutti gli episodi simili a questo di Brescia che si stanno verificando in tutta Italia».

Intanto la prossima settimana Fnsi e Ordine dei giornalisti sono attesi in Viminale per un incontro sul tema dei giornalisti minacciati.


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