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Dl Dignità, la Fnsi: «Paradossale pensare di ridurre le indennità di licenziamento»

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Per il segretario generale Lorusso, «risponderebbe ad un principio di civiltà il reintegro di chi è stato ingiustamente licenziato». Il sindacato dei giornalisti, osserva, «sostiene tutte le proposte che vanno nella direzione di restituire dignità alle persone e al lavoro».
«L’idea che il riconoscimento di diritti fondamentali dei lavoratori possa distruggere occupazione non è modernità, come la propaganda di questi giorni vorrebbe far credere, ma rappresenta un ritorno al Medioevo. Cancellare diritti e tutele del lavoro dipendente non è flessibilità, ma significa moltiplicare la precarietà». Lo afferma, in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI.

«Il confronto sul Dl Dignità – osserva Lorusso – va condotto sui contenuti, alcuni dei quali possono essere migliorati, e non ideologizzato. Chi fa questo vuole semplicemente rendere più precario il lavoro. Se è vero che l’occupazione non si crea per decreto, è innegabile che oggi nel mondo del lavoro, nell’informazione come in altri comparti, ci siano migliaia di lavoratori ai quali non vengono riconosciuti diritti, tutele, garanzie, retribuzioni dignitose perché esistono alcune leggi che hanno legalizzato la precarietà spacciandola per flessibilità».

La FNSI, conclude il segretario generale, «sostiene tutte le proposte che vanno nella direzione di restituire dignità alle persone e al lavoro, a cominciare da quella che punta a inasprire i risarcimenti per i licenziamenti illegittimi. Su questa materia, in particolare, appare paradossale soltanto pensare di abbassare le indennità da riconoscere ai lavoratori, per la semplice ragione che risponderebbe ad un principio di civiltà il reintegro di chi è stato ingiustamente licenziato».


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