Grazie a tutti colo che hanno partecipato alla nostra festa ieri sera, sono orgoglioso di essere presidente di un’associazione come Articolo21. Sì, ne sono orgoglioso perchè in un momento in cui, nel nostro Paese, sembra mancare la solidarietà, il rispetto delle opinioni altrui, il linguaggio di pace, noi aderiamo ad iniziative come quella delle “Magliette rosse”.
Ieri sera le premiazioni hanno dimostrato che si può e si deve continuare a “pensare”, a riflettere sul mondo che ci è accanto.
Perchè chiedere verità e Giustizia per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, per Giulio Regeni, per Andy Rocchelli, piuttosto che per Daphne Caruana Galizia e Jan Kuciak, vuol dire chiederla per ognuno di noi. Verità e storia che si intrecciano con l’emozione, quella che ci ha regalato Tina Costa che, con le sue parole, ha costruito un immaginario ponte fra le sofferenze di ieri e quelle di oggi, quella che ha evocato
Aboubakar Soumahoro, l’italoivoriano dirigente sindacale Usb che si batte per i diritti dei braccianti, o il conduttore di Propaganda Live Diego Bianchi (Zoro) di La7 che, con simpatia, ha ricordato l’uccisione di Soumaila Sacko. O l’estratto dello spettacolo teatrale messo in scena da Giulio Cavalli, preceduto dalla premiazione del giornalista Nello Scavo, coautore con Cavalli del monologo. Un ringraziamento ai miei “compagni di avventura”, Elisa Marincola e Stefano Corradino, a Tommaso Furfaro, a Barbara Scaramucci, a Graziella Di Mambro, ad Antonella Napoli che ci ha regalato l’emozione del reportage a Istanbul, raccontandoci il processo ai redattori ed ai vertici editoriali di Cumhuriyet, storico quotidiano turco di opposizione e che si è concluso con la condanna di 13 giornalisti lo scorso 25 aprile. Al nostro storico portavoce, Beppe Giulietti, ai vertici presenti di Ordine (Carlo Verna e Guido D’Ubaldo), Fnsi (il segretario Raffaele Lorusso) ed UsigRai (Vittorio Di Trapani), oltre ad Avviso Pubblico (presente con Pierpaolo Romani e Giulia Mignieco). E chissà quanti ne dimentico, perciò scusatemi. Ma un ringraziamento particolare va ai gruppi locali della nostra associazione, dal Veneto alla Campania, venuti alla “Casa delle Donne” per testimoniare che dalla periferia a Roma, difendere l’Articolo21 è fondamentale sempre. Mentre altri litigano, noi eravamo lì, a tentare di difendere i valori fondamentali della nostra Costituzione.
Ecco perchè, come gesto simbolico, abbiamo scelto il giardino della Casa Internazionale delle Donne, un luogo simbolo “dell’autodeterminazione delle donne” diventato nel tempo un vero laboratorio. Perchè chi ha delle idee non deve avere paura a difenderle. A maggior ragione quando sono in controtendenza, purchè nel rispetto della dignità altrui.
E noi, quel rispetto, lo abbiamo urlato a gran voce, con dignità e gioia. La stessa gioia che mi rende il cuore felice, nonostante tutto, perchè so di essere il presidente di una comunità meravigliosa, quella di Articolo21, appunto!