Crollato il muro di Berlino che divideva Est e Ovest, abbiamo eretto il muro di Dublino che separa Nord e Sud
Da una parte, gli stati mediterranei dove sbarcano e devono restare i migranti; dall’altra, quelli lontani che ospiteranno gli sgraditi ospiti solo se ne avranno voglia. Cioè, mai. L’Europa a Bruxelles ha innalzato ancora di più il muro di Dublino, perché al primo serio tentativo di aprirvi una breccia di solidarietà, c’è stato un arroccamento ancora più deciso dei membri di Visegàd.
Siamo all’inizio della fine dell’Europa? Sì, se la disuguaglianza nella responsabilità umanitaria imposta dagli intra-moenia viene accettata passivamente.
E’ ineluttabile questo fallimento?
No, ma occorre reagire con precisi correttivi al sovranismo opportunista. Quindi, se passa il principio della volontarietà degli ingressi dei migranti, si definiscano ugualmente le quote nazionali. Ma più queste vengono disattese, più vanno tagliati i fondi europei agli stati sovranisti. L’innovazione sarebbe particolarmente pedagogica proprio per i paesi di Visegàd, che sono tra gli irriducibili “muri e duri”, ma anche i maggiori beneficiari di fondi comunitari.