Una separazione che finisce per diventare una guerra. Una guerra tra due ex coniugi animata da ripicche, menzogne, i cui unici prigionieri sono i figli.
L’affido (Jusqu’à la Garde), nelle sale dallo scorso 21 giugno con Nomad Film Distribution, è il lungometraggio d’esordio del giovane francese Xavier Legrand, Leone d’Argento per la migliore regia e Leone del Futuro Premio Luigi De Laurentiis per un’Opera Prima allo scorso Festival di Venezia. Un’opera dalla tematica difficile, dura, convincente.
Miriam e Antoine hanno due figli: Josephine, prossima alla maggiore età, e Julien, di 11 anni; quest’ultimo al centro della rivalità dei genitori. In particolare di Antoine, un uomo violento verso la moglie e verso i figli, da cui Miriam cerca di fuggire con continui cambi di domicilio, in questo sostenuta, a spada tratta, dai figli.
Il film apre con l’udienza presso il Tribunale per l’affido di Julien, in cui Miriam e Antoine sono irrimediabilmente contrapposti.
L’opera vira verso un crescendo di toni drammatici con la decisione del giudice di consentire ad Antoine una regolare frequentazione del piccolo Julien. E’ cosi che per Miriam e la sua famiglia inizia una nuova stagione di angoscia data dal comportamento di un ex marito sempre più violento, che alla fine culminerà in un tentativo di omicidio.
E’ la storia di un uomo che non si rassegna alla perdita della propria donna, considerata come una sua proprietà, e che di fronte all’ennesimo rifiuto cerca di darle la morte. Un film che affronta con coraggio il tema della violenza sulle donne, che spesso finiscono tragicamente in femminicidi come, purtroppo, testimonia la cronaca quotidiana.