Il ministro Di Maio non ha ancora convocato i sindacati. E si assumono nuovi dirigenti
Ilva sembra sempre più un oggetto misterioso. C’è un ministro, Di Maio, cui compete le gestione di una vicenda molto importante che riguarda la sopravvivenza o meno di un grande complesso industriale che produce acciaio, il quale non ha ancora deciso di convocare i sindacati per affrontare i problemi relativi al futuro dell’Ilva. C’è una gestione commissariale poco trasparente. È vero che nella “logica” grillina la parola sindacato non trova spazio. Così come altre parola come trattative, confronto. Eppure Di Maio è il ministro cui fanno capo circa 150 vertenze che riguardano aziende le più diverse. La mancata convocazione dei sindacati, l’apertura del tavolo di confronto più volte chiesta dai sindacati, il fatto che negli ambienti di M5S, a partire proprio da Grillo, si continua a parlare di chiusura della fabbrica trasformando l’area occupata a Taranto in un parco pubblico. Ancora una volta scende in campo la Fiom Cgil con una dichiarazione del segretario nazionale Rosario Rappa che di seguito riportiamo.
Manca ancora la garanzia sul mantenimento degli attuali livelli dell’occupazione
La vertenza Ilva è in una fase complicatissima e, in attesa di essere convocati dal neo Ministro dello Sviluppo Economico, la gestione commissariale continua ad avere un atteggiamento poco trasparente anche in merito al numero di dipendenti che continua inspiegabilmente a salire.
Pare, infatti, che l’organico dell’amministrazione straordinaria, a differenza di quanto previsto anche dalla procedura ex art.47, sia passato, nonostante in questi mesi ci siano stati molti lavoratori fuoriusciti volontariamente, da 13.700 a 14.015. Inoltre, c’è poca chiarezza e nessuna informazione dei lavoratori attualmente impiegato nell’appalto. Il sindacato come al solito viene tenuto all’oscuro nei processi decisionali che impattano sui lavoratori e messo dinanzi a fatti compiuti da parte degli attuali commissari Ilva.È del tutto incomprensibile che la gestione commissariale, di fronte ad una situazione di completo stallo in cui si trova la trattativa sindacale a causa della mancata garanzia sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali, continui ad assumere dirigenti.
Socializzazione delle perdite e privatizzazione dei guadagni. Il ministro faccia chiarezza
Ci troviamo sempre nello stesso schema di socializzazione delle perdite e privatizzazione dei guadagni!
Il Ministro dello Sviluppo Economico deve necessariamente fare chiarezza e assumere tutte le decisioni conseguenziali su quanto sta accadendo all’Ilva in una fase delicata che prelude alla vendita ad Arcelor Mittal. Per quanto ci riguarda, le questioni ancora aperte per poter raggiungere l’accordo in sede ministeriale riguardano il piano industriale che è strettamente legato alla salvaguardia occupazionale, compresi i salari e i diritti, di tutti lavoratori attualmente impiegati, oltre a quelli dell’appalto, in quanto ad un aumento della produzione deve corrispondere il mantenimento dei posti di lavoro; il risanamento ambientale e la bonifica dello stabilimento di Taranto al fine di tutelare la salute dei lavoratori e dei cittadini: e l’accordo di programma di Genova.