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L’associazione “A mano disarmata” consegna la tessera n. 1 a Federica Angeli

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Non è il momento di cavillosi distinguo o di egoistiche ritrosie: la categoria e tutte le sue articolazioni devono sostenere i cronisti minacciati nei territori in cui si combatte la battaglia per la libertà di informazione contro le minacce mafiose. Un pressing che, grazie alla tenacia delle colleghe e dei colleghi, dà i suoi frutti. Non è un caso, infatti, che la parte più sensibile dei cittadini di Ostia si sia sollevata accanto a Federica Angeli, in un primo momento lasciata sola all’apertura del processo contro il clan Spada. La manifestazione di solidarietà di giovedì 14 giugno alle 18.30 (“Passeggiata della legalità verso Piazza Gasparri” a cui aderisce fra gli altri l’Associazione “A mano disarmata”) è il risultato anche della campagna che Fnsi, Odg, Articolo 21 e molte altre realtà stanno portando avanti da tempo.

In questo alveo si inserisce la decisione dell’Associazione “A mano disarmata” di offrire a Federica Angeli la tessera n. 1. La consegna è avvenuta giovedì 7 giugno scorso, nello spazio della Fondazione Exclusiva, durante l’evento di apertura della IV^ edizione del “Forum internazionale dell’informazione contro le mafie”.

All’incontro, dal titolo “La violenza è sempre mafiosa”, hanno partecipato, oltre a Federica, anche Moni Ovadia, Alessandro Portelli e Giuseppe Cesaro. Al centro della manifestazione la presentazione di due libri: “Indifesa” di Giuseppe Cesaro (Edizioni La Nave di Teseo) e “A mano disarmata” di Federica Angeli (Edizioni Baldini & Castoldi). Due storie che, su versanti diversi e solo apparentemente lontani, parlano di violenza e sopraffazione.

“Indifesa” è il romanzo di esordio di Giuseppe Cesaro, giornalista e scrittore: storia di una identità mobile, come l’ha definita Ovadia, ovvero di Andrea che, nel delicato momento dell’adolescenza, scopre di essere allo stesso tempo maschio e femmina. “La violenza è la negazione dell’esistenza – spiega Cesaro – e il/la protagonista, a causa della sua doppiezza, subisce una serie di brutalità fisiche e psicologiche. La prepotenza si esercita sia a livello individuale che collettivo ed è sempre coercizione di identità e diritti”.

Moni Ovadia, scrittore-attore-cantante da sempre schierato dalla parte degli ultimi, legge un passo struggente del libro e ragiona: “La violenza è nata con la narrazione biblica delle vicende di Caino e Abele e da quel momento non si è più interrotta. Anche nell’episodio biblico, a ben vedere, si tratta di una incomprensione dell’altro. La normalità è un termine che andrebbe abolito dai dizionari: troppe volte nella storia è stato la giustificazione di crimini efferati”.

Dal canto suo Alessandro Portelli, professore di Letteratura Americana alla Sapienza, stabilisce un parallelo fra le violenze subite da Andrea, protagonista di “Indifesa” e l’assassinio di Soumayla Sacko, sindacalista e bracciante: “Un tema centrale, per molto tempo, sarà quello dei confini e dell’identità di gruppo, ma quest’ultima cambia continuamente e chi ha paura di perdere la propria identità a causa dei flussi migratori, quest’identità non ce l’ha così tanto radicata in sé”.

“A mano disarmata” è il racconto di oltre 1700 giorni sotto scorta, ovvero privati della libertà personale, che Federica Angeli ha vissuto dal 2013 quando le autorità decisero che la sua incolumità andava protetta. “Chi sta dalla parte giusta non perde mai – ribadisce Federica -. Chi ha scelto di sfidare a viso aperto la mafia la testa non la chinerà mai. Perché sulla bilancia alla sera ci si sale da soli, con la propria coscienza, ed è a lei che si risponde.”

Alla fine, l’Associazione “A mano disarmata” ha presentato il programma della IV edizione che prevede la realizzazione di un documentario storico sul periodo 1943/1947 (dallo sbarco degli alleati in Sicilia alla strage di Portella della Ginestra). Il mediometraggio, attraverso immagini d’epoca e il racconto di protagonisti, storici e giornalisti, descriverà l’evoluzione di Cosa Nostra che, all’indomani del secondo conflitto mondiale, complice l’incontro coi “cugini americani”, si ristruttura e si modernizza assumendo i contorni e la struttura che l’hanno condotta fino ai giorni nostri. Com’è nello stile del Format, il documentario servirà da volano per incontri nelle scuole e con il mondo dell’informazione.

Ma prima c’è da assolvere il dovere di militanti della democrazia partecipando alla “Passeggiata della legalità verso Piazza Gasparri” al fianco di Federica Angeli.

Paolo Butturini, Segretario Associazione “A mano disarmata”


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