BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Presentato “Tito e gli alieni” con Valerio Mastrandrea e due straordinari bambini di Scampia e Ponticelli

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Tito e gli alieni” di Paola Randi, nato da un’esperienza personale ma universalmente conosciuta, trasmette in maniera originale l’elaborazione del lutto, racconta come sia possibile affrontare il dolore della perdita e la paura della morte. Argomento che il film snoda in maniera semplice, godibile, come in una fiaba e trasforma in occasione di legami nuovi quasi gli “alieni” fossero una realtà.

Su questo punto il piccolo Luca Esposito, che interpreta Tito, non ha dubbi e sostiene che esistono perché “è impossibile che nell’universo si sia soli”. Gli fanno notare come l’affermazione sia nota, ma dalla bocca di un bambino assume il sapore dell’intuitività primigenia e insindacabile. Straordinari esordienti Luca Esposito e Chiara Stella Riccio, nel ruolo di sua sorella, poiché riescono a imprimere vitalità e divertimento a un argomento dal quale molti fuggono per paura. In conferenza stampa il piccolo Luca ha detto di venire da Scampia e Chiara Stella da Ponticelli. Quest’ultima faceva parte dell’associazione Maestri di strada, composta di educatori e professionisti contro la dispersione scolastica.

“Tito e gli alieni” ha per protagonisti un professore napoletano (Valerio Mastrandrea) rimasto vedovo che, inconsolabile, vive isolato nel deserto del Nevada accanto all’area 51 per lavorare a un progetto segreto che scruta nello spazio la possibilità di ‘incontri ravvicinati’, anche se in realtà passa le giornate steso sul divano con l’unico contatto umano di Stella (Clemence Poesy), una giovane che organizza matrimoni per turisti. Prima di morire il fratello affida a lui, attraverso un messaggio video-registrato, i suoi due figli Anita di sedici anni (Chiara Stella Riccio) e Tito di sette (Luca Esposito). I due, orfani anche di madre, finiranno per andare a vivere in America con questo strano zio, dando origine a un’avventura in un deserto lunare, dove tutto per forza di cose è ricondotto ai bisogni primari, dove tutto è più difficile, ma è anche più vicino al cielo e al suo mistero …

Quale sarà l’esito?

 


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