Un titolo del genere potrebbe far pensare ad un attacco, o per lo meno ad una critica aperta (e più che meritata) alla politica americana di Donald Trump. Ma lo spettacolo, a firma di Romeo Castellucci – che lo ha scritto insieme alla sorella Claudia – è datato febbraio 2016.
Democracy in America è dunque una piéce arrivata in prima nazionale sul palcoscenico del Teatro Metastasio di Prato ad inizio maggio che, dopo le tre date romane al Teatro Argentina della Capitale tra l’11 e il 13 maggio, proseguirà per una incredibile tournèe in giro per tutto il mondo. Il lavoro è tratto dall’opera omonima che Alexis de Tocqueville scrisse dopo il viaggio compiuto nel 1831 in America, un’opera ritenuta fondamentale per il pensiero politico occidentale.
La motivazione ufficiale del viaggio era lo studio del sistema penitenziario statunitense (essendo Tocqueville, tra l’altro, un magistrato); tuttavia, nel corso della sua permanenza l’autore viene colpito da un altro aspetto della società americana, ovvero lo straordinario livellamento sociale, con assenza di privilegi di nascita e ceti chiusi, e la possibilità per tutti di partire dallo stesso livello nella competizione sociale.
Lo spettacolo di Castellucci si basa sul dialogo tra “Lei e Lui”, una coppia di contadini puritani frustrati per via di un raccolto miserabile, colpiti dalla piaga della fame, vittime della punizione loro inferta dalla comunità di appartenenza, presa a maggioranza (di qui il richiamo toquevilliano alle possibili storture che possono derivare dalle decisioni assunte a maggioranza, quasi a configurare una sorta di “dittatura della maggioranza”), a seguito di un furto perpetrato dalla donna per portare del cibo in tavola.
“Democracy in America” rappresenta quello spazio – dichiara Castellucci – che è un passo prima della Tragedia, dove se non c’è la politica c’è la sua rappresentazione feroce. E Castellucci nello spettacolo segue l’esempio di Tocqueville per realizzare un’opera che ridia al Teatro la sua funzione primaria: l’essere il necessario e oscuro doppio dell’agone politico e delle forme delle società della razza umana”. La coppia – come tutto il cast è composto di sole donne, chiamate ad interpretare anche i ruoli maschili. I due contadini sono interpretati da Giulia Perelli e Olivia Corsini.
Uno spettacolo della Socìetas Raffaello Sanzio che merita di esser visto.