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Cannes 2018. “Rafiki”, in “Un certain regard” la voce dell’Africa per i diritti civili

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CANNES – Al festival di Cannes, nella sezione Un certain regard, che raccoglie le proposte più originali del cinema nuovo, si può costatare che dall’Africa arrivano voci a difesa dei diritti civili. Ciò da l’idea di quanto il mondo sia un villaggio globale e come la contaminazione culturale sia veicolo di riflessione e progresso, come faccia apparire retrogradi i moralismi di alcuni paesi ricchi, rendendo evidente quanto il denaro non sia la cartina di tornasole della qualità della vita.

In questa sezione, parallela al concorso ufficiale, ci arriva “Rafiki”, in inglese Friend, di Wanuri Kahiu, un esempio di sostanza del cinema africano. Racconta di due ragazze keniote, che abitano nello stesso quartiere di Nairobi. Si chiamano Kena e Ziki. Le due si frequentano, vanno a scuola insieme e si sostengono, sognano entrambe di vivere in un mondo più libero: Kena è brava negli studi e vorrebbe fare l’infermiera, Ziki la sprona a diventare medico perché le sue capacità sono superiori. A un certo punto le amiche scoprono di essere innamorate, cosa non facile da farsi accettare nella loro realtà: una tra l’altro è figlia di un politico in campagna elettorale. Lo scandalo non tarda a scoppiare e le due giovani sono linciate … Riuscirà Kena a diventare medico? Le due riusciranno a imporre il diritto al proprio orientamento sessuale?

Su una Croisette tanto stracolma che gli addetti ai lavori hanno avuto difficoltà a raggiungere il desk per ritirare gli accrediti, con i quali non sono riusciti poi a vedere le proiezioni perché da quest’anno sono state abolite quelle per la sola stampa, c’è sempre la possibilità di assistere alle proposte più innovative del cinema lontano, attraverso cui sentire il polso del pianeta.


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