I casi di bullismo contro i professori evidenziano prima di tutto l’inadeguatezza dei docenti-vittime.Se un ragazzo arriva a minacciare e umiliare un insegnante davanti a tutta la classe, vuole dire che non è stato corretto al primo gesto di insubordinazione. Così, nel tempo, il sasso è diventato valanga. La battuta irrispettosa passata liscia, diventa pubblica minaccia. La ministra Fedeli parla di bocciatura per i casi più gravi, ma dimentica di dire che è più importante la prima sanzione, dell’ultima.
Occorre quindi che nel corso di preparazione di un futuro docente vi sia una specifica formazione per la conduzione della classe, dove insegnare a chi occuperà una cattedra come essere interessante e autorevole, per non dover essere autoritario. Ma se serve, ad esserlo in modo tempestivo e pedagogico.
Certo, la tecnica può fare poco se manca il carisma. Che viene solo dalla passione per l’insegnamento. Tutti ricordiamo i pochi docenti che ci hanno fatto innamorare della loro materia, perché erano loro per primi che l’amavano. Gli altri, quelli annoiati e noiosi, se la cavavano mettendoci note. Ma anche loro, con quelle punizioni, ci hanno arginato e insegnato una cosa altrettanto importante come una materia: l’autocontrollo.
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