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Alpi – Hrovatin, nuovi documenti e intercettazioni per non archiviare. Giulietti: proseguire ricerca verità

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“Prendo atto che oggi la Procura di Roma abbia prodotto nuova documentazione. Ma non me la sento di fare alcun commento perché mi sono illusa troppe volte”.

È stata questa la reazione di Luciana Alpi, mamma di Ilaria, giornalista della Rai uccisa a Mogadiscio nel marzo del 1994, alla notizia delle intercettazioni e i documenti inediti depositati nel corso dell’udienza davanti al Gup chiamato a discutere la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. Il giudice, a fronte dei nuovi elementi, ha rinviato l’udienza per la discussione sul caso che potrebbe non essere chiuso.

La possibilità che si riapra l’indagine relativa all’omicidio della Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin appare dunque concreta.

Si tratta di una serie di intercettazioni che risalgono al 2012 tra soggetti somali che in Italia parlavano della morte di Ilaria e Miran.
L’incartamento, proveniente dalla Procura di Firenze, è stata depositato oggi dal pubblico ministero Maria Rosaria Guglielmi.

Il gup Andrea Fanelli, alla luce di questa novità e dei documenti presentati dai legali della famiglia Alpi, ha aggiornato il procedimento all’ 8 giugno. Nelle prossime settimane i pm di piazzale Clodio lavoreranno sui documenti giunti nelle scorse settimane dai colleghi fiorentini verificando se ci siano i presupposti per rimettere in discussione l’impianto del provvedimento di  80 pagine su cui  il capo dell’ufficio Giuseppe Pignatone e il pm Elisabetta Ceniccola avevano basato la richiesta di archiviazione  spiegando che non essendo stato possibile risalire a mandanti ed esecutori materiali del duplice delitto, né accertare i responsabili dei depistaggi legati alla gestione in Italia di Ahmed Ali Rage, detto Gelle, il testimone chiave che prima chiamò in causa il miliziano somalo Omar Hashi Hassan (definitivamente condannato a 26 anni di reclusione e poi assolto nel processo di revisione a Perugia) e che successivamente ritratto’ ogni cosa.

Poco prima che iniziasse l’udienza all’esterno del Tribunale si sono ritrovati amici e colleghi di Ilaria per dare supporto a mamma Luciana. Al sit-in per dire no all’archiviazione del procedimento promosso da Articolo 21 hanno aderito Fnsi, Ordine dei Giornalisti, l’Usigrai e i Comitati di redazione della Rai, Libera Informazione e Rete No Bavaglio.

“Al di la di cosa deciderà il giudice alla prossima udienza – è stato il commento di Beppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa – noi continueremo a cercare giustizia e verità per Ilaria e Miran”.

”La coscienza del Paese chiede che il caso Ilaria Alpi non sia archiviato e gli elementi nuovi emersi questa mattina rafforzano questa esigenza” ha aggiunto il deputato del Pd Walter Verini, che ha partecipato al presidio a Piazzale Clodio e poi accompagnato la signora Luciana in Tribunale.

Articolo 21, attraverso la sua portavoce Elisa Marincola ha ribadito che “qualsiasi decisione dovesse assumere il giudice proseguirà la battaglia per chiedere verità e  giustizia per Ilaria e Miran”.

Tutti noi di Articolo 21 siamo consapevoli che i nostri colleghi furono uccisi perché avevano scoperto traffici illeciti, di rifiuti e armi all’ombra della cooperazione internazionale rischiando di svelare retroscena che avrebbero suscitato troppi imbarazzi e fatto cadere qualche testa.

In questi anni abbiamo sostenuto Luciana e abbiamo denunciato i tanti, troppi depistaggi, e zone d’ombra di pezzi dello Stato Italiano in questa tragica vicenda. E continueremo a farlo perché NoiNonArchiviamo.


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