Una coincidenza, una volontà precisa, un percorso ad ostacoli verso il cambiamento o tutte queste cose messe insieme hanno fatto sì che durante l’incontro tra il Presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti con il sindaco di Latina, Damiano Coletta, e con Marco Omizzolo, vittima di un grave atto intimidatorio per i suoi reportage sul caporalato, si parlasse anche di un’altra proposta-simbolo della volontà di difendere e ricordare la libertà di stampa. L’amministrazione di Latina si accinge infatti ad inaugurare una piazza intitolata alla memoria di Ilaria Alpi e la data della cerimonia potrebbe capitare a ridosso di una tappa fondamentale nell’inchiesta sulla morte della giornalista, ossia il 17 aprile prossimo, quando il Tribunale di Roma potrebbe decidere di chiudere definitivamente il caso senza che si sia arrivati ad alcuna individuazione degli autori del brutale agguato che 24 anni fa costò la vita a Ilaria Alpi e all’operatore Miran Hrovatin. L’inchiesta alla quale la Alpi stava lavorando passava dalla provincia di Latina. Come si è saputo dopo la sua morte tra le rotte attraversate da strani traffici illeciti fra l’Italia e la Somalia c’era anche il porto di Gaeta. Per questa ragione la nuova piazza del capoluogo dedicata a Ilaria Alpi non soltanto è un atto simbolico per la tutela della libertà di informare, ribadita peraltro proprio nel corso dell’incontro di solidarietà a Marco Omizzolo, ma è anche una delle prime risposte di un territorio difficile all’illegalità diffusa ma non imperante, insomma della volontà di far prevalere la comunità pontina che si impegna ogni giorno su lavoro e legalità contro un pervicace reticolo fatto di corruzione, connivenze, avanzata dei clan e sfruttamento del lavoro.