E’ doloroso ricordare Moro, l’uomo che sdoganò i comunisti nel momento di massima incomunicabilità tra blocchi mondiali, oggi che nessun partito vuole contaminarsi con altri. In questo ghiaccio della diffidenza, il ricordo della sua stretta di mano con Berlinguer rimane un’icona di grandezza dalla politica nazionale, che ancora commuove. Non per sentimentalismo, ma per la voglia di quei due statisti di aprirsi all’altro, nel superiore interesse del Paese.
Quanto rimane di quel coraggio nei leader di oggi? Poco, anzi pochissimo. Nessuno si muove veramente verso l’altro per trovare elementi compatibili di governo. Tutti aspettano immobili proposte, come una pizza a domicilio. Mentre il Paese soffre e la povertà si dilata.
La priorità dell’interesse generale – che fece incontrare Moro e Berlinguer – è da tempo considerato il vizio degli ingenui. Ed è questo il motivo che fa provare una fitta di nostalgia per quei due grandi uomini, nel panorama di corto respiro della politica di oggi. Che non sa più rischiare per il bene comune, ma solo saltare come una rana da un’elezione all’altra.
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