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Il Tar obbliga la Rai alla trasparenza sulle nomine

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Una sentenza storica grazie alla quale da oggi i dipendenti Rai potranno pretendere di sapere come vengono effettuate le valutazioni in caso di procedure volte alle promozioni e ai conferimenti di incarichi e potranno avere disponibile ogni atto al fine di poter controllare il rispetto delle regole e dei principi di trasparenza e buona fede oltre che prevenire fenomeni corruttivi

Il giornalista vicecaporedattore con mansioni da inviato del TG Alessandro Gaeta, dipendente della RAI dal 1987, aveva partecipato nel 2016 alla selezione interna, meglio nota come job posting, per la copertura delle mansioni di “caporedattore” nelle tre testate giornalistiche nazionali, forte del suo curriculum professionale. Nel corso dei suoi trent’anni in RAI, infatti, Alessandro Gaeta ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi giornalistici di rilevanza nazionale, come il Premio “Ilaria Alpi” e il Premio “Cronista dell’Anno”. Inviato della storica rubrica del Tg3 “Samarcanda”, di Michele Santoro, uno dei suoi ultimi reportage (Gli Ultimi della Fila, andato in onda il 17.07.2016) è stato selezionato per i DIG Awards 2017. Oggi, dopo decenni passati a raccontare fatti di cronaca in Italia e all’estero, anche in zone di crisi e di guerra, Alessandro Gaeta è certamente una delle firme di punta del primo telegiornale d’Italia, il Tg1, appunto.

Per la selezione del migliore profilo la RAI ha richiesto agli aspiranti caporedattori la produzione del curriculum vitae e ha sottoposto i candidati a un colloquiopresso la Direzione Risorse Umane, con la partecipazione dei rispettivi Direttori di testata.

Il piano triennale 2016-2018 di prevenzione della corruzione approvato da RAI S.p.a., al paragrafo 8.2.4 dell’Area acquisizione progressione del personale” contempla tra gli “indicatori di anomalia dell’area” gli “avanzamenti di carriera e/o assegnazione di premi ed incentivi in assenza di valutazione di performance formalizzate”.

In altre parole, gli avanzamenti di carriera e/o assegnazioni di premi e incentivi in assenza di valutazione di performance formalizzate potrebbero rappresentare, per stessa ammissione dell’Azienda pubblica, indice di corruzione e mancanza di trasparenza. Sta di fatto che Gaeta, nonostante il suo curriculum, è stato immotivatamente escluso dalla selezione quale caporedattore nella propria Area in tutte e tre le testate (TG1- TG2 -TG3).

A questo punto il giornalista, spinto da dubbi circa la legittimità delle procedure e delle nomine, decide di rivolgersi all’avv. Vincenzo Iacovino, giuslavorista che segue molte vertenze di giornalisti e impiegati RAI, per inviare alla RAI formale richiesta di accesso agli atti e ottenere ogni documento richiesto.

La RAI risponde solo parzialmente eccependo che, per rispetto della privacy, il giornalista non ha diritto a conoscere le valutazioni e i relativi verbali degli altri concorrenti.

Contro questo diniego l’inviato promuove ricorso al TAR che con sentenza di qualche giorno fa ha accolto le richieste del giornalista decretando il suo diritto ad accedere ai seguenti documenti: verbali dei colloqui intercorsi con i candidati risultati vincitori e ogni atto oggetto di valutazione ai fini della promozione a caporedattore, compresi i curricula di tutti gli altri concorrenti; infine la rosa dei nomi comunicata alla Direzione Generale tra cui i direttori di testata hanno scelto i loro caporedattori.

L’avvocato Vincenzo Iacovino sottolinea l’importanza della decisione del Tar per il riferimento alla natura giuridica della RAI e ai principi pubblicistici e normativi che è tenuta a rispettare in qualità di concessionaria e gestore del servizio pubblico radiotelevisivo in caso di richiesta di accesso agli atti inerenti il rapporto di lavoro.

Il TAR identifica la natura pubblicistica della RAI: a) nella prevista nomina dei membri del C.d.A. non già da parte del socio pubblico, ma da un organo ad essa esterno quale la Commissione parlamentare di vigilanza; b) nell’indisponibilità dello scopo da perseguire (il servizio pubblico radiotelevisivo), prefissato a livello normativo; c) nella destinazione di un canone, avente natura di imposta, alla copertura di costi del servizio da essa gestito. Il TAR, oltre alla natura pubblicistica della RAI, ha evidenziato la proprietà pubblica dell’azienda e la concessione in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo. Requisiti che riconducono in pieno all’applicazione della normativa sul diritto di accesso secondo quanto stabilisce l’art. 23 della legge 241/1990. Da un esame sistematico della normativa sull’accesso agli atti, sulla trasparenza e sull’anticorruzione il tribunale amministrativo ha ritenuto che spetta l’accesso alle prove selettive per l’assunzione del personale, alla progressione di carriera e ai provvedimenti attinenti l’autorganizzazione degli uffici quando gli stessi incidano negativamente sugli interessi dei lavoratori, protetti anche in ambito comunitario (mobilita – stabilizzazione dei precari). Per questo il giudice ha ritenuto estensibile la richiamata norma a tutti gli atti inerenti al “job posting” per la selezione interna per la copertura di mansioni di caporedattore.

Ora l’avv. Vincenzo Iacovino è in attesa di ricevere dalla Rai la copia di ogni documento richiesto al fine di verificare eventuali incongruenze nelle nomine che saranno portate all’attenzione delle competenti autorità giudiziarie civili penali e contabili per tutelare gli interessi del suo assistito e perseguire ogni eventuale violazione di legge e di contratto.


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