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Anpi, Arci, Cgil e Libera presentano “Mai più fascismi”, l’appello promosso da 23 associazioni preoccupate per la diffusione di ideologie e pratiche neofasciste

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“Chiediamo alle istituzioni la necessaria severità: ci sono formazioni come Casapound o Forza Nuova che anche se non portano nel loro nome la parola fascismo tali sono, e vanno perseguite”. Così la presidente nazionale dell’Anpi Carla Nespolo nel presentare l’appello “Mai più Fascismi” promosso da ventitré associazioni, partiti, sindacati e movimenti democratici nazionali, tra cui la Cgil, preoccupati dal moltiplicarsi di organizzazioni neofasciste o neonaziste. L’iniziativa è stata illustrata oggi, 1° febbraio, in una conferenza stampa al museo della Liberazione di Roma. “È un appello – aggiunge Nespolo – che esprime una preoccupazione molto forte per i rischi della nostra democrazia per il risorgente fascismo e per atteggiamenti di nostalgia. Vogliamo dare una risposta umana a idee disumane. In pochi giorni abbiamo avuto 20 mila firme, vuol dire che c’è una Italia unita e democratica che non si fa intimidire e che chiede che sia applicata la dodicesima disposizione finale della costituzione. Le associazioni fasciste devono essere sciolte come prevede la legge”.

Camusso: minaccia sottovalutata

“Vogliamo costruire un ampio coordinamento di associazioni che segna l’urgenza della situazione”, ha esordito il segretario generale della Cgil Susanna Camusso in conferenza stampa. “Si sono sdoganate cose che non dovevano essere sdoganate, definite come ‘ragazzate’, invece gli effetti li vediamo intorno a noi: assalti, insulti, minacce. C’è stata una certa sottovalutazione. Questa firme sono quindi l’occasione di dialogo e memoria, perché forse il nostro Paese non ha fatto fino infondo i conti con la propria storia”. La Cgil le sta raccogliendo insieme a Cisl e Uil – anch’esse fanno parte del gruppo di associazioni – nei luoghi di lavoro, ma anche con discussioni insieme ai ragazzi delle scuole: “Proviamo ad attrezzare le nuove generazioni. Vogliamo fare un lavoro lungo che passerà anche attraverso il 25 aprile e il 2 giugno, abbiamo bisogno di riempire un drammatico vuoto lasciato dalla politica”. Cita quindi Casapound e Forza Nuova: “Sfruttano il disagio proponendo paura e divisione, ma non è certo con la contrapposizione che si risolvono i problemi”.

Don Ciotti: il processo di Liberazione non è terminato

“Il fascismo che riemerge, diciamolo con chiarezza, è sintomo di una democrazia malata, o quantomeno pallida, nel nostro Paese. Le leggi non bastano, ma quelle che ci sono devono essere applicate”. Così don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera, il quale chiede una denuncia attenta e seria. “Siamo stati distratti, abbiamo lasciato correre troppe volte. È questo il momento in cui alzare la voce, quando in molti scelgono un prudente silenzio, usando gli strumenti che abbiamo a disposizione. La nostra Costituzione – ha osservato – ha troppi vuoti che devono essere ancora riempiti. Troviamo allora le istruzioni necessarie per costruire una società dei diritti, del lavoro, della dignità, per archiviare una volta per sempre i fascismi. Il processo di Liberazione in Italia non è terminato in un Paese che non è del tutto libero”. Anche don Ciotti fa un richiamo alle disuguaglianze che “rendono facili i giochi demagogici di coloro che approfittano delle difficoltà, richiamando concetti scientificamente infondati come quello di razza. Il riemergere di queste aberranti ideologie – sottolinea – è collegato al fatto che quattro milioni e mezzo di persone vivono nella povertà assoluta”.

Il testo dell’Appello: Mai più fascismi. Si può firmare su https://www.change.org/p/istituzioni-democratiche-mai-pi%C3%B9-fascismi-appello-nazionale

Noi, cittadine e cittadini democratici, lanciamo questo appello alle Istituzioni repubblicane.

Attenzione: qui ed ora c’è una minaccia per la democrazia.

Si stanno moltiplicando nel nostro Paese sotto varie sigle organizzazioni neofasciste o neonaziste presenti in modo crescente nella realtà sociale e sul web. Esse diffondono i virus della violenza, della discriminazione, dell’odio verso chi bollano come diverso, del razzismo e della xenofobia, a ottant’anni da uno dei provvedimenti più odiosi del fascismo: la promulgazione delle leggi razziali.

Fenomeni analoghi stanno avvenendo nel mondo e in Europa, in particolare nell’est, e si manifestano specialmente attraverso risorgenti chiusure nazionalistiche e xenofobe, con cortei e iniziative di stampo oscurantista o nazista, come recentemente avvenuto a Varsavia, persino con atti di repressione e di persecuzione verso le opposizioni.

Per questo, uniti, vogliamo dare una risposta umana a tali idee disumane affermando un’altra visione delle realtà che metta al centro il valore della persona, della vita, della solidarietà, della democrazia come strumento di partecipazione e di riscatto sociale.

Per questo, uniti, sollecitiamo ogni potere pubblico e privato a promuovere una nuova stagione di giustizia sociale contrastando il degrado, l’abbandono e la povertà che sono oggi il brodo di coltura che alimenta tutti i neofascismi.

Per questo, uniti, invitiamo le Istituzioni a operare perché lo Stato manifesti pienamente la sua natura antifascista in ogni sua articolazione, impegnandosi in particolare sul terreno della formazione, della memoria, della conoscenza e dell’attuazione della Costituzione.

Per questo, uniti, lanciamo un allarme democratico richiamando alle proprie responsabilità tutti i livelli delle Istituzioni affinché si attui pienamente la XII Disposizione della Costituzione (“È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”) e si applichino integralmente le leggi Scelba e Mancino che puniscono ogni forma di fascismo e di razzismo.

Per questo, uniti, esortiamo le autorità competenti a vietare nelle competizioni elettorali la presentazione di liste direttamente o indirettamente legate a organizzazioni, associazioni o partiti che si richiamino al fascismo o al nazismo, come sostanzialmente previsto dagli attuali regolamenti, ma non sempre applicato, e a proibire nei Comuni e nelle Regioni iniziative promosse da tali organismi, comunque camuffati, prendendo esempio dalle buone pratiche di diverse Istituzioni locali.

Per questo, uniti, chiediamo che le organizzazioni neofasciste o neonaziste siano messe nella condizione di non nuocere sciogliendole per legge, come già avvenuto in alcuni casi negli anni 70 e come imposto dalla XII Disposizione della Costituzione.

Per questo, uniti, come primo impegno verso una più vasta mobilitazione popolare e nazionale invitiamo a sottoscrivere questo appello le cittadine e i cittadini, le associazioni democratiche sociali, civili, politiche e culturali. L’esperienza della Resistenza ci insegna che i fascismi si sconfiggono con la conoscenza, con l’unità democratica, con la fermezza delle Istituzioni.

Nel nostro Paese già un’altra volta la debolezza dello Stato rese possibile l’avventura fascista che portò sangue, guerra e rovina come mai si era visto nella storia dell’umanità. L’Italia, l’Europa e il mondo intero pagarono un prezzo altissimo. Dicemmo “Mai più!”; oggi, ancora più forte, gridiamo “Mai più!”.

Da jobsnews


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