Le Rayon de Ouragahio pour l’avenir (il raggio di Ouragahio per il futuro) è il nome di un sogno che nasce a Napoli tre anni fa. Un progetto portato avanti dall’associazione Hamef, nato con l’obbiettivo di ricostruire l’unica scuola pubblica del distretto di Gagnoa in Costa d’Avorio. Hamef, è un’associazione di volontariato fondata nel 2012 a piazza Garibaldi per favorire l’integrazione e i processi di socializzazione degli immigrati in Italia. L’ideatrice, Fatou Diako, che è nata ad Ouragahio, ha lasciato il suo paese per amore. “Quando sono arrivata in Italia – ricorda Fatou – mi sono data da fare per chi non è stato fortunato come me. Per tutti quei ragazzi che lasciano i propri paesi a causa delle guerre e della fame”.
Ouragahio è una cittadina della Costa d’Avorio di circa 10.000 abitanti a nord di Gagnoa, nella regione del Gôh . Si trova nella parte interna, quindi è lontana da quasi tutti i grandi centri del Paese, basti pensare che è a più di 302 Km di distanza dalla capitale economica Abidjan. Nel 2011, è stata dilaniata dalla guerra civile che ha portato distruzione e saccheggi. Purtroppo, con la fine del conflitto, le condizioni ad Ouragahio non sono migliorate, in una nazione che già da sola fa fatica a rialzarsi.
Il progetto nasce da una richiesta di aiuto. Circa tre anni fa, il preside della scuola si rende conto che la situazione è disperata. Le aule sono semidistrutte, i tetti poco stabili e i banchi sono stati rubati. Allora scrive a Fatou, la concittadina che ha creato un’associazione di volontariato in Italia. “Dopo la guerra civile del 2011 il mio paese era in una situazione disperata – racconta la giovane presidentessa – le nazioni confinanti arrivavano con i camion per rubare banchi e attrezzature all’interno delle scuole.Non hanno lasciato nulla!”.
La scuola di Ouragahio è un istituto superiore e conta circa 4000 alunni. Nel distretto ci sono altre 5 scuole ma tutte private quindi inaccessibili, per i costi, alla maggior parte della popolazione. Hamef dal 2015 ha invitato circa 100 banchi, vestiti per tutti i ragazzi (che vanno dai 12 ai 18 anni) e alcuni computer. Ma c’è ancora molto da aggiustare. I laboratori sono poco accessibili, la mensa è un capannone e le aule hanno bisogno di una ristrutturazione. Quello che l’associazione vuole fare è creare un ponte che colleghi alcune selezionate scuole italiane a quella ivoriana. Un gemellaggio virtuale, perché lo scambio reciproco è sempre una ricchezza, soprattutto quando non si ha nulla. “Sono stata in Costa d’Avorio a dicembre – dice ancora Fatou – ho incontrato i ragazzi della scuola. Hanno organizzato una festa per noi”. Molti dei ragazzi che frequentano il liceo sanno che l’istruzione è uno dei pochi mezzi per cambiare il proprio futuro e hanno una forte voglia di studiare. Da circa un anno, Hamef sta lavorando per aprire una sede ad Ouragahio. La seconda base operativa sarà utile per seguire meglio la ricostruzione dell’istituto, ma anche per organizzare attività che coinvolgano i ragazzi.