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Piazza Indipendenza, ferita ancora aperta. LasciateCIEntrare: “Il nostro sostegno a sgomberati e attivisti”

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A cinque mesi dallo sgombero del palazzo occupato da rifugiati e richiedenti asilo in via Curtatone, Piazza Indipendenza è ancora off limits. Ieri impedito lo svolgimento della una conferenza stampa. Il sostegno di LasciateCIEntrare

“​Fatti gravi sono accaduti ieri, 11 Gennaio, a Roma. Si continua a costruire la democrazia del silenzio da parte di chi, invece, dovrebbe tutelare la legge. La democrazia e le sue elementari espressioni di libertà, di parola e di movimento sono state messe in discussione, e non per la prima volta, nei vicoli della capitale, nei pressi della stazione Termini, in via dei Mille, quando, un gruppo di persone del sindacato S.I. Cobas, del movimento per il diritto all’abitare e di comitati e associazioni si è riunito per discutere di quel che rimane di Piazza Indipendenza e delle famiglie e persone sgomberate in Via Curtatone ad Agosto scorso e per dire alla stampa che dopo quello sgombero l’unica risposta istituzionale è stata l’arresto di tre persone, incensurate, da tanto tempo residenti in Italia, che il 15 Gennaio affronteranno la prima udienza in tribunale”. Lo scrive in una nota l’associazione LasciateCIEntrare.

“I video a disposizione mostrano che un gruppo di poliziotti e poliziotte in borghese è intervenuto ripetutamente per impedire una conferenza stampa, richiedendo i documenti ai presenti, tra cui una attivista della campagna LasciateCIEntrare, Vanna D’Ambrosio, intenta a documentare quanto stesse accadendo. Ancora una volta ci troviamo a denunciare cosa non va bene. A dover dire che così non è possibile continuare. Che disagi, bisogni e diritti negati, diseguaglianze crescenti non si possono governare con controllo, allontanamenti, sgomberi senza alternative dignitose e minacce. La repressione, agita o agitata, non è lo strumento con cui affrontare i problemi e le necessità sociali. Non lo è mai. Non può esserlo sicuramente in democrazia.  Per questi motivi, ancora una volta prendiamo parola per evidenziare la vicinanza a chi si mobilita per i propri diritti e per i diritti di ognuno. Ricordando che ha diritto di parola ed organizzazione anche chi non è ricco o protetto da qualche potere: un principio che non dobbiamo dimenticare”.

“Chiediamo di sapere cosa si vuole fare in questa città, come nel resto d’Italia, per quanti si trovano negati il diritto alla casa e all’abitare. Non abbiamo forse bisogno di chiedere perché si è verificato quest’intervento da parte degli agenti, perché il potere costituito continua a mostrare la sua ferocia contro chi non è né ricco né potente. Pretendiamo risposte su cosa si intenda fare per chi non ha nulla e su cui continuano a ricadere le colpe che sono da attribuire, invece, esclusivamente alle istituzioni inadeguate che stanno generando questi tempi bui”.


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