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La forza delle donne: il documentario che mette a confronto generazioni, etnie, condizioni sociali

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16 gennaio: La forza delle donne di Laura Aprati e Marco Bova inizia il suo tour per raccontare lo straordinario viaggio fra le donne compiuto da una giornalista d’inchiesta con una lunga storia alle spalle e da un giovane giornalista e regista in mezzo alle donne: donne che migrano e donne che accolgono, fra Iraq, Siria e Libano. Prima emblematica tappa presso la Sala Stampa Estera di Roma (Via dell’Umiltà 83/c, ore 11.00, ingresso libero): a moderare la giornalista Luisa Betti Dakli, fra gli ospiti chiamati ad intervenire, oltre ad Aprati e Bova, Valeria Fedeli Ministra della Pubblica Istruzione, Rima Karaki giornalista libanese fra le voci del documentario, Paolo Butturini, segreteria FNSI, Paolo Borrometi, Presidente di Articolo21, e Gianfranco Cattai Presidente della Focsiv. Il tour attraverserà l’Italia e troverà il suo apice con la Festa del Giornalismo di Perugia a metà aprile.

Il documentario è uno squarcio su una realtà, quella della guerra, che spesso ci sfugge perché in Europa da oltre 60 anni non si combatte. E che viene osservata nella sua quotidianità. Per l’analisi della quale, uno dei punti di forza è stato proprio il confronto generazionale fra i suoi due autori. Il valore di questo documentario è proprio in questo confronto profondo e disincantato: La forza delle donne racconta i problemi di conflitti e migrazioni attraverso uno sguardo tutto al femminile, attraverso la diversità di genere delle sue protagoniste.

E le sue protagoniste sono anche le giornaliste che hanno documentato, raccontato, fatto conoscere al mondo intero il dramma di quelle popolazioni
Tra tutte due colleghe. Shifa Gardi, inviata di Rudaw Tv, morta per l’esplosione di una mina il 27 febbraio 2017 ad una settimana dall’inizio dell’offensiva a Mosul Ovest.
Veronique Robert, inviata di France 2, morta il 24 giugno 2017 sempre a Mosul Ovest e sempre per l’esplosione di una mina, a qualche giorno dalla liberazione della città.

E una delle voci del documentario è Rima Karaki, libanese, giornalista anche lei, cresciuta a Beirut. In Libano si sono rifugiati palestinesi, siriani e convivono più religioni. Lei va in onda senza velo ed è diventata famosa per aver tolto la linea in diretta ad uno sceicco che non rispettava la parità di genere.


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