Paulo Coelho e la sua fama, Walter Siti e le sue battaglie, Il’ja Erenburg e il suo senso della storia, Dino Buzzati e la sua normalità, Paul Auster e la sua narrazione dell’America, Petros Markaris e i suoi noir in salsa greca, William Faulkner e la sua passione, quasi un’arte, per la denuncia. Questi scrittori, che apparentemente hanno poco in comune l’uno con l’altro, sono in realtà caratterizzati dai rispettivi anniversari, compleanni o, purtroppo, date di scomparsa, componendo pertanto un quadro di cultura, conoscenza, splendore artistico e intelligenza vivida di cui avvertiamo più che mai il bisogno. Personalità diverse, complesse, vissute in luoghi e contesti dissimili ma accomunate, fra le altre cose, dalla passione per il narrare, dal gusto di scoprire, di conoscere, di capire, di informarsi e di descrivere; figure complicate, sempre in lotta con il proprio tempo, con i suoi costumi retrogradi, con le sue incongruenze, con le sue barbarie, con i suoi abissi e con i suoi poteri più o meno occulti e spesso e volentieri squallidi. Scrittori che continuano ad emozionarci, a spalancarci le porte del mondo, a farci viaggiare con la fantasia, a raccontarci storie strazianti e, talvolta, persino divertenti, per lo più grottesche, talvolta venata da un’ironia amara, in molti casi emblematiche del contesto storico e sociale nel quale sono state composte.
Custodiamo, dunque, con passione questo patrimonio civile, questa miniera di opere, di testi preziosi e sempre da tenere in considerazione, non ricordandoci mai quanto sarebbe povero, fragile e disumano un mondo in cui non trovassero più spazio le parole e le riflessioni dei grandi cantori contemporanei.
E mentre quest’anno difficile volge al termine, avviciniamoci agli scaffali della nostra libreria, prendiamo in mano una loro opera, dimentichiamoci per qualche ora dei social e del chiacchiericcio che ci impedisce spesso di ascoltare ciò che merita di essere ascoltato e di essere noi stessi e lasciamoci trasportare dalla magia della loro prosa. Al termine della lettura, forse non avremo cambiato il mondo ma saremo sicuramente persone migliori, il che, specie di questi tempi, costituisce di per sé un cambiamento epocale.
P.S. Ci ha lasciato in questi giorni un grande regista e intellettuale come Fernando Birri, amico di Gabriel García Márquez e garante dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico fondato da Zavattini. Che la terra gli sia lieve.