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“Zecche subumane”, “nemici del popolo italiano”, “Scopanegri”. Le aggressioni vergognose all’Unicef su migranti e Ius soli. La solidarietà di Articolo21

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Se pensavate che le aggressioni squadristiche fossero un triste ricordo del “Ventennio” o di qualche lontano ed esotico regime, sappiate che vi sbagliate. Avvengono ancora, avvengono oggi. Avvengono in Italia. Il 23 dicembre, a seguito di una serie di assenze (mirate?) e trasversali, il Senato blocca la discussione della riforma della cittadinanza, attesa da oltre 800mila bambini e adolescenti di origine straniera che vivono, studiano e in molti casi sono anche nati in Italia. La discussione era stata calendarizzata all’ultimo momento utile prima dello scioglimento delle Camere: per tutti lo slittamento lascia intendere chiaramente che la riforma, dopo anni di lavoro in Parlamento e fuori, è di fatto affossata.

Andrea Iacomini, portavoce dell’UNICEF Italia, organizzazione che da molti anni conduce una campagna di sensibilizzazione su questo tema, manifesta il profondo disappunto per il venir meno degli impegni più volte proclamati da forze politiche e singoli parlamentari. Un tweet dell’UNICEF Italia (https://twitter.com/UNICEF_Italia/status/944571996310048768) riporta sui social il senso di questa delusione, senza accusare nessuno in particolare.

Apriti cielo! Su quel tweet si avventano in centinaia di utenti con commenti ostili che vanno dallo sfottò all’insulto alla minaccia. “Zecche subumane”, “nemici del popolo italiano”, “scopanegri” sono solo alcune delle tantissime “perle” raccolte a testimonianza di una vera e propria aggressione di stampo fascista. All’UNICEF e ai suoi esponenti, Iacomini in primis, viene alternativamente augurato o minacciato di sparire dall’Italia (“vi cacceremo noi, e  non con le buone”).

E quando un utente, protetto dall’anonimato, riceve indietro l’insulto dal social media manager dell’UNICEF Italia, parte la seconda fase dell’operazione: il vittimismo a mezzo stampa. Rimuovendo accuratamente le provocazioni che l’avevano preceduto, la risposta diventa oggetto di un articolo durissimo del “Giornale”. Per una magia, ora l’UNICEF è diventato l’aggressore, il “razzista al contrario”, e gli autori della spedizione punitiva le vittime.

A orchestrare tutto, con la benedizione degli onnipresenti politici della destra che da sempre attaccano l’UNICEF per il suo impegno in favore dei bambini migranti e rifugiati, è un gruppo Facebook il cui nome non lascia adito a dubbi: Sinistra Cazzate e Libertà, fan page pseudo-satirica forte di quasi 130mila fan, che invita ad attaccare il profilo dell’organizzazione umanitaria con ogni mezzo, dai commenti alle recensioni ostili. Inutile dire che quando i gestori della pagina dell’UNICEF bloccano l’uso distorto delle recensioni, si scatena un’altra ondata di vittimismo: il tiro al bersaglio deve proseguire senza opposizione alcuna da parte della vittima, altrimenti non è più democrazia!…

In questa vicenda c’è tutto, ma proprio tutto, il brutto dell’Italia che si avvia a una campagna elettorale che promette di essere la più velenosa della storia recente: una violenza verbale portata all’estremo, la manipolazione metodica delle notizie, l’aggressione deliberata agli umanitari da parte di certa politica e l’assordante silenzio dell’altra (ma anche, inspiegabilmente, dell’associazionismo, come se esporsi in difesa di altre organizzazioni richiedesse tanto, troppo coraggio).

In qualità di giornalisti impegnati da sempre per la tutela del diritto di espressione Articolo21 esprime la piena solidarietà all’UNICEF e al suo portavoce, e chiediamo con forza a tutti gli esponenti politici che hanno a cuore i valori costituzionali – a cominciare dalle figure di rilievo istituzionale – di pronunciarsi chiaramente contro questa vergognosa aggressione.


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