Indipendentemente dal credo religioso, la storia della nascita di Gesù è nota ai più. E una sua semplice riproposizione – benché in periodo natalizio e in versione animata – non susciterebbe probabilmente particolare appeal. Diverso è se a raccontare la natività sono gli animali, tra cui spicca, protagonista, un giovane e scatenato asinello. Vivace e sognatore, l’asinello sfugge al suo destino, attaccato al giogo di una macina, sicuro che per lui il futuro abbia in serbo qualcosa di più grande.
E’ così che nella fuga l’animale, con una zampa ferita, finisce per rifugiarsi a casa di Maria e Giuseppe, novelli sposi, giovani e spaventati, appena venuti a conoscenza del loro destino di genitori del figlio di Dio, nell’intento di sfuggire al severo padrone.
Maria si prende da subito cura di lui in modo amorevole, assegnandogli il nome di “Bo”, anche se l’asino, d’accordo con l’inseparabile colombo Dave, resta persuaso di abbandonare la famiglia non appena guarito. Quando Maria e Giuseppe intraprendono il viaggio verso Bethlemme per il censimento, una guardia reale di Erode, con due feroci cani – venuto a conoscenza dell’arrivo di un nuovo re da parte di tre squinternati magi – si mette minacciosamente sulle tracce di Maria.
E’ così che ha inizio una fantastica avventura in cui Bo, da giovane egoista diventa un eroe a pieno titolo, sentendosi investito della tutela di Maria e del bambino. Nel viaggio verso Bethlemme, Bo è accompagnato da Dave, mentre nuovi amici si aggiungono alla partita in itinere, tra cui la simpatica pecora “Ruth” e i tre buffi cammelli dei magi.
Il film di Natale di Sony Animation, in sala dal 30 novembre affronta il tema della natività con una delicatezza apprezzabile, con “neutralità religiosa” in modo fluido ma semplice per essere fruibile al vasto pubblico. Un racconto divertente che tuttavia trasmette messaggi importanti: dall’amore tra Maria e Giuseppe alla redenzione dei cani reali, dal coraggio dei simpatici animali all’amicizia che lega Bo a Dave.
Un’animazione non spettacolare, ma di cui si apprezza la cura dei disegni e la fluidità del racconto. Adatto ad un pubblico anche molto piccolo. Delicato ed emozionante anche se spinge ad interrogarsi sul perché il bue, storico animale del presepe, non sia presente!