Martedi sera, nel piazzale dell’IKEA di Corsico, c’è stato un presidio. Due ore di sciopero dei lavoratori dell’azienda svedese in solidarietà con Marica Ricutti, la collega licenziata pochi giorni prima perché non riusciva più a rispettare il suo turno di lavoro. Trentanove anni, una laurea, madre single di due figli, Marica ha avuto accesso alla legge 104, che consente di accudire il figlio più piccolo, disabile. Ma il nuovo turno di lavoro, con inizio alle 7 del mattino, è inconciliabile con le terapie del figlio e la vita di una mamma separata che abita a 40 km da Corsico. E cosi, dopo alcuni richiami -Marica è sempre andata a lavorare attenendosi al vecchio turno, che inizia alle 9-, è scattato il licenziamento, dopo 17 anni di servizio. L’abbiamo incontrata oggi. Da una settimana è a casa, in giornate che definisce “pesanti, difficili, inaspettate”.
E’ scorretto valutare solo gli ultimi otto mesi a fronte di diciassette anni di servizio in azienda. Gli ultimi mesi per me sono stati difficili: ho subito un grave lutto famigliare a seguito della morte di mio padre dopo una malattia degenerativa, cosi ho usufruito -in questi ultimi mesi- di giorni di ferie e dei permessi legati alla 104, ho preso un periodo di aspettativa e ho avuto anche dei problemi di salute a seguito della situazione che ho avuto. Nella vita ci sono periodi più o meno fortunati, ma non ho fatto nulla di male e ribadisco: non ho mai chiesto alcun privilegio particolare, chiedo solo di lavorare e che vengano rispettati i miei diritti.
No, ma erano a conoscenza delle problematiche del periodo che stavo attraversando. Quando mi hanno chiesto questo ennesimo cambio turno, ho immediatamente richiesto un colloquio con i responsabili del negozio e con l’ufficio del personale, in questo ero appogiata anche dal sindacato, ma non abbiamo mai ricevuto delle risposte e non abbiamo mai avuto un incontro.