L’Unicef ha lanciato un nuovo studio su 37 paesi e un sondaggio in 14 Paesi. La percentuale di persone che vivono con meno di 1,90 dollari al giorno è aumentata in 14 paesi; le morti per cause violente fra i bambini e gli adolescenti sotto i 19 anni sono aumentate in 7 paesi
ROMA – Secondo un nuovo studio dell’Unicef, realizzato in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia, nonostante i progressi raggiunti a livello globale 1 bambino su 12 nel mondo vive in paesi in cui le sue prospettive attuali sono peggiori rispetto a quelle che avevano i suoi genitori. Secondo questo studio, 180 milioni di bambini vivono in 37 paesi in cui, rispetto a 20 anni fa, hanno maggiori probabilità di vivere in povertà estrema, non andare a scuola o morire in modo violento.
Lo studio dell’Unicef, condotto sulle prospettive dei bambini quando scappano da una povertà estrema, quando vogliono ottenere un’istruzione di base ed evitare una morte per cause violente, ha rivelato che: la percentuale di persone che vivono con meno di 1,90 dollari al giorno è aumentata in 14 paesi, fra cui Benin, Camerun, Madagascar, Zambia e Zimbabwe. “Questo aumento è principalmente dovuto a disordini, conflitti o a una cattiva governance”, si legge nel rapporto. Inoltre, l’iscrizione alla scuola primaria è calata in 21 paesi, fra cui Siria e Tanzania, a causa di fattori come la crisi finanziaria, la rapida crescita della popolazione e l’impatto dei conflitti.
Le morti per cause violente fra i bambini e gli adolescenti sotto i 19 anni sono aumentate in 7 paesi: Repubblica Centrafricana, Iraq, Libia, Sud Sudan, Siria, Ucraina e Yemen – tutti paesi che stanno attraversando grandi conflitti. Ad ancora: quattro paesi – Repubblica Centrafricana, Sud Sudan, Siria e Yemen – hanno assistito a un declino in più di una di queste tre questioni valutate, mentre il Sud Sudan ha subito un declino in tutte e tre.
“Mentre l’ultima generazione ha assistito a grandi risultati, mai raggiunti in precedenza, sul tenore di vita per la maggior parte dei bambini del mondo, il fatto che una minoranza dimenticata di bambini ne sia rimasta esclusa (non per errori loro o delle loro famiglie) è grottesco – ha dichiarato Laurence Chandy, direttore dell’Unicef per il dipartimento Dati, Ricerca e Politiche -. È la speranza di ogni genitore, ovunque nel mondo, di dare ai loro bambini maggiori opportunità rispetto a quelle che hanno avuto loro da giovani. In questa Giornata Mondiale dell’Infanzia dobbiamo prendere coscienza di quanti bambini stiano invece vedendo le loro opportunità restringersi e le loro prospettive diminuire”… Continua su redattore sociale