di Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese, Un ponte per…, Gruppo BDS Roma
Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, invita Israele come “ospite d’onore” alle Giornate della Creatività e dell’Innovazione ed è contestato da parte di attivisti solidali con il popolo palestinese
Zingaretti ha presentato Israele come “modello da imitare”, nonostante le sue sistematiche violazioni dei diritti umani, all’iniziativa del 4-5 luglio tenuta al Teatro India e volta a formare giovani italiani, offrendo ai migliori viaggi premio in Israele.
http://www.shalom.it/J/index.php?option=com_content&task=view&id=1189&Itemid=1&ed=53
In precedenza Zingaretti era stato chiamato a ritirare l’invito da parte della Rete Ebrei contro l’Occupazione, che gli aveva ricordato come Israele fosse stato creato “occupando la terra di Palestina e cacciandone a mano armata gli abitanti, gli Arabi Palestinesi”.
http://www.informarexresistere.fr/2012/06/26/lettera-di-eco-a-zingaretti-che-vuole-prendere-esempio-da-israele/#axzz1zlaQTXRa
Un invito ad escludere Israele era arrivato anche dalla Palestina, da parte del PACBI, la Campagna Palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele, che aveva fatto appello al presidente della Provincia ad “essere fedele alla sua missione per l’innovazione e la creatività al servizio dell’umanità” poiché altrimenti “sarebbe stato come promuovere l’oppressione e le violazioni dei diritti umani”.
http://stopagrexcoitalia.org/news/300-pacbi-zingaretti.html
Ma tali appelli restavano inascoltati. Pertanto, il 3 luglio, alla vigilia dell’iniziativa, attivisti di Un Ponte per e della Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese distribuivano volantini alla Festa del PD, ricordando le principali violazioni ed illegalità compiute da Israele fin dalla sua nascita: alla richiesta di spiegare le ragioni della sua scelta, Zingaretti non rispondeva e si allontanava rapidamente.
La stessa notte, la zona intorno al luogo delle due giornate veniva tappezzata con manifesti che mostravano aspetti del “modello Israele” che Zingaretti aveva volutamente omesso: case palestinesi demolite dalle ruspe israeliane, Gaza invasa dal terrore di Piombo Fuso, l’oppressione della popolazione palestinese, il muro dell’Apartheid.
Foto: http://www.flickr.com/photos/81931077@N08/sets/72157630416375144/
Il 4 luglio infine, venivano distribuiti al pubblico dell’iniziativa per i giovani volantini che chiedevano se “davvero un giovane studente o un futuro imprenditore può assumere le politiche coloniali, illegali e razziste di questo stato come ‘valori’ o comportamenti ‘etici’ da imitare”?
Tra gli interventi dal palco, tutti improntati al liberismo più sfrenato, quello dell’ambasciatore di Israele, del Prof. Shlomo Maital della Technion, università israeliana che vanta una stretta collaborazione con il produttore israeliano di armi Elbit, e del giovane imprenditore Ishay Green, che, scelto forse più per il suo bell’aspetto che per altro, riassumeva i problemi italiani nella burocrazia e nella difficoltà a licenziare gli “impiegati pigri”.
Nonostante lo spazio previsto per le domande fosse blindato dalla moderatrice, attivisti della Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese e del Gruppo BDS Roma riuscivano ad imporre una domanda d’obbligo, e scandivano, utilizzando il microfono umano stile Occupy Wall Street: “i giovani italiani, che vinceranno il viaggio in Israele, andranno a visitare il Muro dell’Apartheid, le colonie illegali, i villaggi palestinesi distrutti nel 1948, Gaza sotto assedio?
Video: http://www.youtube.com/watch?v=ZryCWG5y6Zo
In entrambe le occasioni, Zingaretti, posto di fronte alla logica stringente delle domande, con cui peraltro concordava parte del pubblico, soprattutto alla Festa del PD, non ha saputo rispondere: no, come candidato Sindaco della Città di Roma non ha fatto una bella figura.