Il tema del precariato giornalistico al centro di un incontro fra la presidente della Camera e la Fnsi. In agenda anche fake news, violenza sulle donne, linguaggi d’odio, intercettazioni. «Pronti a dare battaglia contro il provvedimento varato dal governo», annunciano il segretario Lorusso e il presidente Giulietti.
La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha ricevuto a Montecitorio una delegazione di giornalisti composta da rappresentanti della Federazione nazionale della stampa italiana, delle associazioni Articolo21 e Giulia Giornaliste e della sala stampa del Sacro Convento di Assisi. Tra i temi al centro dell’incontro: la proposta di riforma della intercettazioni, la qualità dell’informazione, la lotta al precariato nel settore giornalistico, le fake news, i linguaggi d’odio, la violenza sulle donne.
«Dalla partita della riforma dell’editoria sono rimasti fuori i temi del lavoro e del contrasto al precariato, a partire dalla lotta all’abuso dei cococo, che sono i voucher del giornalismo, e di altre forme di lavoro atipico usate per mascherare il lavoro dipendente. Temi strettamente legali alla qualità dell’informazione, perché non si può avere informazione di qualità se a dilagare è lo sfruttamento dei giornalisti. Come si possono arginare le fake news se i giornalisti sono sempre più precari?», ha esordito il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso.
Nella stessa direzione vanno anche le critiche alle nuove norme varate dal governo in materia di intercettazioni, che secondo il sindacato dei giornalisti sono anche a rischio di incostituzionalità. «Se si restringe la possibilità del giornalista di pubblicare le notizie di interesse pubblico e di rilevanza sociale e si paventa il carcere qualora vengano pubblicati atti coperti da segreto, è evidente che è a rischio il diritto stesso dei cittadini ad essere informati. Rifacendosi alle numerose sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, la Fnsi ha presentato una serie di osservazioni al testo del ministro Orlando. Il provvedimento così com’è rappresenta un colpo durissimo alla libertà di informazione e al diritto dei cittadini ad essere informati», ha spiegato Lorusso.
«Va poi considerato che non solo non è ancora stato cancellato il carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa, ma nulla è stato fatto per combattere querele temerarie e minacce ai cronisti. È un quadro preoccupante», ha concluso il segretario Fnsi.
«Per queste ragioni – ha aggiunto il presidente Giulietti – la Federazione nazionale della Stampa è pronta a dare battaglia contro il provvedimento sulle intercettazioni. Ma anche sul fronte del precariato nel mondo dell’informazione e sul tema delle querele temerarie, che di fatto limitano la libertà di informazione e rappresentano una vera minaccia per i giornalisti. Saremo costretti ad un’azione conflittuale per la difesa del giornalismo e contro ogni forma di interferenza sulla professione. Come non accadeva da anni, Ordine dei giornalisti e Fnsi organizzeranno iniziative congiunte contro ogni violenza, comprese le fake news, ma anche contro ogni attacco al diritto-dovere di informare».
«La questione delle fake news è centrale per la democrazia: le falsità sono in grado di alterare le sorti di un Paese, per questo è necessario unire le forze per arginare questa deriva», ha ribadito la presidente Boldrini. «La battaglia contro l’odio è centrale – ha proseguito – non solo per il presente, ma per il futuro del nostro Paese e per la tenuta stessa della democrazia. E un ruolo importante su questo fronte deve svolgerlo il mondo dell’informazione».
Per la presidente della Camera, «la professione giornalistica si sta giocando il proprio futuro: o saprà essere autorevole, e saprà investire sulla forza umana e sulla forza lavoro, o sarà la fine e le persone non si fideranno più di nessuno. L’unica speranza per il mondo dell’informazione è fare un giornalismo di qualità, ma per fare questo è necessario che i giornalisti siano ben pagati. Non puoi pretendere indipendenza e qualità da chi è pagato 10 euro a pezzo e per poter avere uno stipendio deve far un gran numero di articoli, per di più senza la tutela di un contratto».
Boldrini si rivolge quindi anche alla responsabilità degli editori: «Se si danno fondi pubblici all’editoria, gli editori dovrebbero usare queste risorse per diminuire il precariato, che invece sta aumentando e di conseguenza diminuisce la qualità dell’informazione. Lo sfruttamento che c’è nei giornali italiani – ha concluso – non esiste in nessun altro Paese. Se i giornalisti non sono ben pagati e garantiti a rimetterci è il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati e, in ultima analisi, la democrazia stessa».
Nel corso dell’incontro, i rappresentanti della Fnsi hanno consegnato alla presidente Boldrini il parere sulle intercettazioni inviato al ministro della Giustizia. La presidente della Commissione pari opportunità della Fnsi, Alessandra Mancuso, e la rappresentante di Giulia Giornaliste, Silvia Garambois, hanno presentato alla terza carica dello Stato il “Manifesto” per una corretta informazione contro la violenza sulle donne, che sarà illustrato a Venezia il 25 novembre, e il libretto “Stop violenza: le parole per dirlo”, che sarà al centro di un corso di formazione, proprio alla Camera, il 17 novembre.
«Sono al vostro fianco in questa battaglia – ha risposto la presidente Boldrini a Mancuso e Garambois – per il rispetto della donna e per il corretto uso della parole nei casi di femminicidio, ma anche nel racconto quotidiano della donna. Iniziative come queste sono molto importanti, vi ringrazio per la funzione sociale del vostro lavoro».
Infine, in tema di fake news e violenza in rete, padre Enzo Fortunato ha consegnato alla presidente Boldrini il “Decalogo di Assisi” contro i discorsi di odio, mentre Elisa Marincola, portavoce di Articolo 21, ha ricordato il concorso per le scuole “Rileggiamo l’articolo 21”, promosso insieme con la Fnsi e il Miur.
maggiori informazioni sul concorso, rivolto a tutte le scuole superiori di secondo grado, a questo link