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Intercettazioni: “Nessuna riforma può far venir meno il diritto-dovere di pubblicare le notizie”

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Mai più trascrizioni di intercettazioni irrilevanti per le indagini; regole per l’utilizzo dei virus-spia come il Trojan; solo “brani essenziali” e quando “è necessario” nelle ordinanze di custodia cautelare; un nuovo reato nel codice penale: la “diffusione di riprese e registrazioni di comunicazioni fraudolente”, punito con la reclusione fino a 4 anni. Sono questi i tratti essenziali del decreto legislativo di attuazione della legge delega che riforma lo strumento delle intercettazioni, approvato oggi dal consiglio dei ministri.

“L’approvazione delle nuove norme sulle intercettazioni non potrà mai far venir meno il diritto-dovere del giornalista di pubblicare qualsiasi notizia, anche coperta da segreto, che abbia rilevanza per l’opinione pubblica e che implichi l’interesse dei cittadini ad esserne messi a conoscenza, così come ha più volte ribadito la Corte europea dei diritti dell’uomo”. Lo affermano, in una nota, il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti. “Il giro di vite sulle intercettazioni non è stato però accompagnato da alcuna norma per tutelare i cronisti minacciati e scoraggiare l’uso e l’abuso delle cosiddette “querele bavaglio”. Evidentemente quest’ultima non è considerata una priorità”.

 


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