BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Turchia: autorità bandisce libro sul Rojava del giornalista Fehim Taştekin, ospite d’Imbavagliati

0 0

L’allarme lanciato dal giornalista su twitter: “Il mio libro bandito ed usato come prova per arrestare persone”. Dopo una sentenza di un tribunale dell’est della Turchia, copie del libro sono state confiscate ed i possessori accusati di appartenere ad un’organizzazione terroristica.  

Il verdetto s’è abbattuto come una scure sul giornalista turco Fehim Taştekin, ospite quest’anno del Festival Internazionale di Giornalismo Civile Imbavagliati a Napoli: il suo libro “Rojava : Kürtlerin Zamanı” (Rojava : il tempo dei Curdi)” è stato messo all’indice dalle autorità e ne è stata vietata la vendita in tutta la Turchia. E’ stato lo stesso giornalista, che vive in esilio in Europa, a diramare la notizia su twitter. La decisione  è giunta in seguito ad una sentenza emessa dal tribunale della città di Kahta, nell’est della Turchia, nella quale si qualifica il libro di Taştekin come uno strumento per veicolare “propaganda terroristica”.

“Il mio libro ‘Rojava: Il Tempo dei Curdi’ – ha commentato il giornalista turco – nel quale racconto la storia recente dei Curdi in Siria, è stato bandito da un tribunale. Prima di questo bando, copie del libro trovate in casa di membri di Egitim-Sen (sindacato degli insegnanti) e successivamente confiscate sono state utilizzate come prove contro le persone che possedevano queste copie”. Il giornalista ha raccontato che una copia del suo libro è stata sequestrata in casa di un insegnante ad Ankara. L’insegnante è stato poi arrestato a causa di un tweet ed il libro è stato utilizzato come prova contro di lui. “Quando il nostro collega Aydın Engin – ha raccontato Taştekin – è stato arrestato nell’ambito del processo ai giornalisti di Cumhuriyet, durante l’interrogatorio è stato obbligato ad ammettere di avere una copia del mio libro in casa”.

Anche Ali Bozan, uno degli avvocati di IHD (Associazione per i Diritti Umani), è stato arrestato a Mersin in quanto accusato di appartenere ad un’organizzazione terroristica sulla base del fatto che possedeva ua copia del libro in casa. Durante l’interrogatorio, racconta il giornalista, gli inquirenti gli hanno chiesto: “Per quale ragione possiedi in casa un libro appartenente ad un’organizzazione terroristica?”

“Ma il libro è stato pubblicato in tutta legalità – spiega Fehim Taştekin – e non esisteva alcuna investigazione sul mio libro. E’ ovvio che è stato utilizzato come pretesto per arrestare alcune persone ed un libro con il titolo “Rojava” era perfetto per lo scopo. Utilizzare pero’ un libro non bandito dalle autorità come prova di reato è un atto nullo ed è per questo che è stato successivamente messo all’indice. Il mio avvocato ha già fatto appello specificando che il libro non veicola alcuna propaganda politica ma è un lavoro giornalistico e di ricerca. Il mio dovere come giornalista è quello di testimoniare e scrivere cio’ che osservo. Non intendo tradire le realtà che vedo e sento e non si puo’ utilizzare un libro come prova per accusare persone di far parte di un’organizzazione terroristica, è un atto immorale”, ha concluso il giornalista.

Due interrogazioni parlamentari sul bando di questo libro sono state avviate dai partiti di opposizione CHP e HDP. Assieme al libro di Fehim Taştekin, altri due libri sono stati banditi: si tratta di “Birakujî” di Faysal Dağlı e “Kürt Tarihi”  di Aytekin Gezici. Giornalista ed editorialista turco, Fehim Taşteki ha lavorato 13 anni per il quotidiano Radikal a Istanbul e per due anni per il giornale Hürriyet. Ha perso entrambi i lavori a causa delle pressioni che il governo turco esercitava nei confronti delle due testate. La polizia ha confiscato alcuni suoi libri, giudicandoli “prove di reato”, ma ufficialmente non è stata mossa alcuna accusa contro di lui. A Settembre scorso Fehim Taştekin è stato ospite a Napoli della III edizione del Festival di Giornalismo Civile Imbavagliati raccontando la difficoltà di un giornalista in esilio ed il dramma dei suoi colleghi arrestati o impossibilitati a svolgere il proprio mestiere in Turchia. La Turchia è infatti  la più grande prigione al mondo per giornalisti. Secondo la Piattaforma dei Giornalisti Arrestati (TGDP) sono attualmente 174 i giornalisti dietro le sbarre.

@marco_cesario 


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21