E’ sempre lo stesso il nostro, purtroppo, ex Presidente del Consiglio: inaffidabile, egocentrico, presuntuoso, vendicativo, sicuro di aver sempre ragione, divisivo e mai inclusivo. Dopo “stai sereno” Gianni Letta, ancora una volta nei giorni passati ha chiesto di “stare sereni” al Presidente Mattarella, Gentiloni, Padoan, Calenda aderendo alla richiesta di non opporsi alla ricandidatura del Governatore Visco motivata dalla necessità di non innescare turbative, contese istituzionali, in una fase che sarà piena di pericoli per gli interessi generali del Paese visto anche l’evolversi degli equilibri politici nello scenario europeo. Con incoerenza il PD – dopo essersi legittimamente battuto per far approvare dalla Camera una Commissione d’inchiesta sulle crisi bancarie per individuarne i colpevoli – ha presentato una mozione emettendo una dura condanna di colpevolezza solo del Governatore della Banca d’Italia.
E’ passato meno di un mese e il PD, assieme ad altri partiti – per mere finalità di propaganda – senza nemmeno attendere un parziale giudizio della stessa Commissione hanno emesso la sentenza. Il giudizio, secondo quanto dichiarato da autorevoli esponenti del PD, è “politico”, è basato su ipotesi che al momento non hanno nessuna prova obiettiva. Quando non si vuol minare sullo scenario internazionale autorevolezza e credibilità del Paese che si governa la ricerca della verità deve tendere a tutelare gli interessi generali e non quelli di un Partito. Quando si giudica una delicata istituzione, quando su una questione importante come il credito e il risparmio interagiscono responsabilità varie (politiche, istituzionali, imprenditoriali, dello stesso Parlamento e dei partiti che lo compongono) il comportamento di tutti, della maggioranza e dell’opposizione, non dovrebbe strumentalizzare regole e procedure, dovrebbe criticare nei modi e nei tempi utili ed efficaci, non innescare mine vaganti per scopi elettorali, dovrebbe aiutare l’opinione pubblica a dare un giusto giudizio.
Il PD ha quindi presentato una sua mozione per mere e basse ragioni politiche, per rispondere al populismo nella campagna elettorale che si è aperta, per rispondere ad una altrettanto incoerente demagogica mozione di sfiducia presentata dal M5S finalizzata non tanto a ragionare sulle crisi bancarie (che dovrebbe essere esaminata e giudicata dalla Commissione parlamentare di cui fanno parte) quanto dal raccattare voti in quella ampia platea di risparmiatori truffati e giustamente indignati.
I risparmiatori non istituzionali non riceveranno indietro nemmeno un euro dalle loro mozioni; il risparmio è stato minato e non protetto dal Bail-in con la sua approvazione a larghissima maggioranza di voto nel Parlamento anche grazie a una debolissima opposizione.
PD e M5S dovrebbero sapere che il Bail-in era stato contrastato in seno alla BCE, ben prima del passaggio parlamentare, solo dal Governatore che voglio sfiduciare per una carente azione di vigilanza (tutta da provare). Evidentemente o erano distratti, o non capivano di cosa si parlasse, o erano complici di chi vuol scaricare sul privato, anziché sul pubblico, i guasti delle politiche economiche (a volte pubbliche, a volte criminali) largamente dominanti negli ultimi decenni.
Che per capire quanto le mozioni siano demagogiche basterebbe farsi una domanda e chiedersi se chi le ha avanzate conosca la Banca d’Italia, le sue funzioni e i suoi compiti. Chi ha scritto le mozioni non conosce nemmeno lo Statuto della Banca che non ha più una responsabilità monocratica ma collegiale. Quindi, tecnicamente, si dovevano chiedere le dimissioni di tutto il Direttorio.